Taglio del nastro 2.0 in via Don Milani nell’area artigianale per l’inaugurazione del primo distretto digitale alle 11 che doterà una ventina di aziende della connessione a fibra ottica ultra veloce. Tutto è partito da un’idea di CNA Reggio Emilia, che ha sviluppato il primo progetto pilota in provincia sulla banda larga, in collaborazione con il Comune di Quattro Castella, la Provincia e la Camera di Commercio di Reggio Emilia e Lepida, la società della Regione Emilia Romagna che si occupa di informatica e telematica.

“Un progetto innovativo e unico nel suo genere”. Afferma Nunzio Dallari, Presidente provinciale CNA, che sabato mattina interverrà alla cerimonia insieme al Sindaco Andrea Tagliavini, ai partner del progetto e al gestore dei servizi scelto dalle aziende, la NETandWORK di Correggio, e ricorda come: “CNA già nel 2011 aveva individuato nello sviluppo delle nuove tecnologie un asse strategico per il futuro delle pmi, e che servirà da apripista per dotare della tecnologia ad alta velocità le altre aree industriali della provincia, affinché le imprese possano avvalersi di questo importante elemento competitivo sul mercato globale”.

“Solo un mese fa – continua il Presidente Dallari – il Governo ha annunciato l’approvazione di un piano da 6 miliardi di euro per velocizzare la rete del nostro Paese e dare velocità e più fibre ottiche per tutti. In casa e in ufficio, nel pubblico e nel privato per produrre efficienza e tagliare costi. Siamo convinti che questo produrrà risultati concreti sull’economia reale e in particolare sull’e-commerce, perché se un’azienda resta fuori dal mercato globale resta fuori dalla maggior parte delle possibilità di crescita”. 

Dall’utilizzo della tecnologia VOIP per diminuire i costi di telefonia alla possibilità di implementare i servizi di vendita e assistenza con il web, ai minori costi di gestione e manutenzione dei server aziendali. Le opportunità offerte dalla banda larga sono molteplici e rappresentano un elemento strategico di competitività per i sistemi produttivi. La mancanza della banda ultralarga oggi mette in sofferenza, in modo particolare le piccole imprese e gli artigiani.

“Lo sviluppo digitale è fondamentale – conclude il Presidente CNA – per incrementare fatturato e occupazione. Per questo auspichiamo che il progetto di Quattro Castella venga presto replicato in tutta la provincia”.

 

Al termine dell’evento la ditta Bedini F.lli Srl offrirà un aperitivo a tutti i presenti.

Le tappe. Nel novembre 2011 l’Associazione in un importante convegno chiese agli Amministratori Pubblici uno sforzo straordinario per la costruzione delle cosiddette “autostrade informatiche” per la diffusione della rete ultra veloce in tutta la provincia. Un progetto ambizioso basato su dati reali: grazie a ricerche di mercato e al confronto con gli esperti dei laboratori della Fondazione Marconi di Bologna, specializzati in progetti innovativi sulla rete, sono stati definiti i primi passaggi da compiere. Per ribadire il suo impegno, CNA dedicò all’argomento la propria Assemblea annuale del 2012 con una tavola rotonda che riunì gli interlocutori istituzionali del territorio regionale.

Il fare rete tra privati e istituzioni locali ha reso possibile passare dalle parole ai fatti. Individuata l’area artigianale che gode della vicinanza a una rete a fibre ottiche di LEPIDA, si è partiti per mettere a punto modi, tempi e costi dell’operazione che ha portato “in casa” delle imprese” la rete di comunicazione informatica e telematica di ultima generazione.

Sono stati fatti dei lavori per deviare la banda larga dalla dorsale principale parallela a via Lenin, all’interno dell’area artigianale. La fibra ottica transita dentro alle polifere dell’illuminazione pubblica già presente nella zona. Ogni impresa si è fatta carico di portare la linea ad alta velocità al proprio interno (si parla di una velocità di rete che permette scambio di informazioni in entrata e in uscita con una potenzialità di almeno cinquanta volte superiore rispetto alle normali connessioni ADSL) con costi assolutamente ridotti che si aggirano sui mille/millecinquecento euro. Un investimento che si recupera anche solo per l’aumento di valore “automatico” che hanno le aree dotate di questa nuova tecnologia.