Tra le vittorie che CNA vanta rispetto alla recente Legge di Stabilità c’è anche la conferma degli incentivi per la ristrutturazione e la riqualificazione edilizia: le “famose” detrazioni del 50% e 65%. La loro importanza si comprende con pochi numeri. Solo nei primi otto mesi del 2015 hanno sostenuto circa 15 miliardi di euro di ristrutturazioni per imprese e famiglie. L’effetto è un inizio di rinnovamento del patrimonio edilizio che nel nostro territorio è stato costruito per oltre il 60% tra il 1945 e il 1981. Ovviamente si tratta di edifici poco efficienti dal punto di vista energetico, la cui riqualificazione è alla base delle traiettorie di lavoro individuate negli ultimi anni da CNA.
“Attraverso il progetto Rigenerazione Urbana – sottolinea Marco Gasperini, presidente di CNA Est Romagna – abbiamo avviato un percorso in cui sosteniamo che la nuova strada per il comparto edile sia migliorare quanto abbiamo già costruito, piuttosto che costruire ex -novo. Ecco perché la conferma degli incentivi è un primo passo”.
Ma è semplice ottenere questi incentivi? Facciamo una “mappa semplificata” di come funzionano: tutti i cittadini che fanno ristrutturazioni o manutenzioni straordinarie della propria abitazione, possono “scontarsi” dalle tasse pagate la metà del costo (fino a un massimo di spesa 96.000 euro) dell’intervento, in 10 rate annuali. È sufficiente che in occasione della dichiarazione dei redditi o della compilazione del 730, presentino il bonifico del pagamento con la causale della ristrutturazione e le fatture. Nel corso della ristrutturazione si può anche detrarre il 50% del costo sostenuto per l’acquisto di mobili su una spesa massima di 10.000 euro. Il meccanismo della detrazione del 65% differisce perché riguarda sia imprese che cittadini e prevede solo interventi di efficientamento energetico (infissi, impianti termici, pavimenti, cappotti, tetto), ha uno sconto maggiore e richiede anche una comunicazione all’ENEA fatta dal tecnico. Tutto facile? Un problema c’è, se un cittadino non è “capiente”, cioè non paga tasse sufficienti, non può “scaricare” l’investimento fatto.
“CNA ha immaginato una ulteriore soluzione – prosegue Gasperini – fin dallo scorso anno abbiamo proposto di trasformare la detrazione in credito d’imposta cedibile, in parte, alle banche. Cosa significa? In questo modo i privati cittadini potrebbero avere un ritorno immediato della propria spesa. È possibile, infatti non a caso la novità contenuta nella Legge di Stabilità 2016, prevede la possibilità per i pensionati, dipendenti e autonomi che si trovano nella “no-tax area” (redditi bassi), di poter cedere la detrazione fiscale per gli interventi di riqualificazione energetica su parti comuni di edifici condominiali, alle imprese che effettuano i lavori”.
Intanto, per capire meglio come funziona con le regole attuali, negli uffici CNA di Savignano, San Mauro, Gambettola e Cesenatico è stato attrezzato anche il servizio CNA Cittadini, disponibile per chiarimenti, conteggi e supporto.