Maggiore tutela delle DOP e IGP usate come ingredienti, più informazione sulla sostenibilità unica delle IG, più diritti e finanziamenti per i gruppi di produttori riconosciuti, obbligo di inserire il nome del produttore in etichetta, tutela ex officio anche online e semplificazione delle procedure. Sono queste alcune delle novità della proposta di riforma del sistema Ue delle Indicazioni geografiche approvata oggi all’unimità dalla Commissione Agricoltura del Parlamento europeo.
Con 46 voti favorevoli, su 46 i deputati della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo hanno adottato la relazione presentata dall’On. Paolo De Castro, sulla riforma delle norme dell’UE per la registrazione e la protezione delle indicazioni geografiche (IG) per vino, bevande spiritose e prodotti agricoli.
Un importante rafforzamento del ruolo dei Consorzi di tutela, un aumento della protezione delle IG, ma anche semplificazione delle procedure e un passo concreto verso la sostenibilità (non solo ambientale) delle filiere IG.
Protezione online e come ingredienti
Per proteggere meglio le IG online, i deputati hanno sostenuto disposizioni per garantire che tutti i domini che abusano del nome di una IG vengano automaticamente chiusi o assegnati a un gruppo di produttori che lo utilizzano legalmente. Per assistere in tale compito, l’Ufficio dell’UE per la proprietà intellettuale (EUIPO) dovrebbe istituire un sistema di allerta che monitori la registrazione dei nomi di dominio.
Come regola generale, ai produttori di prodotti trasformati deve essere vietato l’uso del nome di una IG nel nome del loro prodotto in caso questo contenga l’indicazione geografica come ingrediente, a meno che non sia consentito da un’associazione di produttori.
Nel testo adottato, è stato inoltre introdotto l’obbligo di indicare sull’etichetta di qualsiasi prodotto Dop e Igp il nome del produttore e, per i prodotti Igp, l’origine della materia prima principale. Non solo, su spinta dei produttori, sono state eliminate quelle falle del sistema che consentono di sfruttare indebitamente la reputazione delle indicazioni geografiche, come nel caso dell’aceto balsamico sloveno e cipriota, o addirittura del Prosek made in Croazia. In particolare è stato chiarito come menzioni tradizionali come Prosek non possano essere registrate, in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp.
Procedura di registrazione più semplice
Per eliminare la burocrazia per i produttori, i deputati propongono di ridurre il tempo a disposizione della Commissione per registrare una nuova IG da sei a cinque mesi, e limitare il periodo di proroga a un massimo di tre mesi e solo in casi debitamente giustificati.
Le autorità nazionali dovrebbero gestire la maggior parte delle richieste di modifica delle registrazioni delle IG esistenti senza che la Commissione le controlli nuovamente per accelerare la procedura di modifica e ridurre il carico di lavoro. I deputati vogliono che la Commissione continui ad amministrare il sistema delle IG, piuttosto che l’EUIPO, come proposto nella bozza di testo. L’Euipo manterrà quindi un ruolo puramente consultivo e su questioni tecniche, come aveva chiesto CNA Agroalimentare.
Sostenibilità unica delle indicazioni geografiche
Grazie alla loro lunga e variegata tradizione, i prodotti agricoli IG hanno specifiche caratteristiche di sostenibilità. I deputati europei propongono quindi che i produttori spieghino il loro impegno per la sostenibilità sociale e ambientale ai consumatori attraverso un portale predisposto dall’UE.
Più diritti per i gruppi di produttori
Infine, i deputati vogliono che i gruppi di produttori riconosciuti – designati dai paesi dell’UE e che agiscono come unico rappresentante per specifiche IG – abbiano maggiori responsabilità, come stabilire condizioni minime per l’uso di un nome IG o supervisionare l’utilizzo corretto delle IG. Le associazioni di produttori riconosciute dovrebbero inoltre poter ricevere contributi finanziari obbligatori da tutti i produttori dellla IG.
Prossimi passi
La relazione approvata dalla ComAgri sarà ora votata in Sessione Plenaria del Parlamento, possibilmente durante la sessione del 31 maggio – 1 giugno. Se sarà adottata, una volta che il Consiglio sarà pronto, potranno iniziare i colloqui con i governi dell’UE.
L’entrata in vigore del Regolamento molto probabilmente ad inizio 2024.