“Si avvicina lo svolgimento dell’Assemblea dei Soci di Interporto ed il quadro è caratterizzato da un’unica convinzione: l’Interporto continua a macinare perdite in un contesto di forte incertezza sulle prospettive. Ne deriva, quindi, che l’Assemblea riconvocata per domani dovrà deliberare una riduzione del capitale sociale a seguito delle varie perdite registrate nel corso degli anni ma dovrà anche tener conto di quanto è avvenuto in questi primi sei mesi del 2016 in cui il conto economico non ha subito miglioramenti e la semestrale registrerà, probabilmente, un’ulteriore perdita.”
Lo afferma il Direttore della CNA Alessandro Monini il quale evidenzia come, accanto agli avvenimenti che separano dall’ultima Assemblea del 20 maggio quali le dimissioni della maggioranza dei Consiglieri di Amministrazioni, le voci di una sempre più possibile fusione con l’Interporto di Padova e il dibattito “monco,, in Consiglio Comunale, le proprie rappresentanze economiche e sociali non siano state coinvolte nella discussione sulle prospettive. “E non stiamo parlando solo di una società per azioni il cui patrimonio deriva soprattutto da finanziamenti pubblici – continua Monini -, ma del futuro di una filiera economica, quale quella della logistica e del trasporto che annovera in provincia di Rovigo oltre 560 imprese, in maggioranza imprese artigiane, occupando oltre 1.500 addetti.
Sembrano passati anni luce – prosegue il Direttore CNA – da quando la Regione Veneto, riaffermando la strategicità dell’Interporto quale struttura nodale dell’idrovia padano veneta, stanziò un contributo utilizzando i fondi comunitari 2007/2013, a fondo perduto per circa 13 milioni di euro, a fronte di un investimento di oltre venti milioni per la realizzazione di un magazzino logistico per la gestione della movimentazione delle merci.
Come pure sembrano lontane le considerazioni di chi dichiarava che si potevano ottenere benefici economici ed ambientali dal trasporto fluviale sviluppando le potenzialità di collegamento tra Venezia, Mantova e Cremona.
A distanza di alcuni anni sta, dunque, cambiando la strategia sulla intermodalità che doveva caratterizzare l’attività dell’Interporto di Rovigo? E l’avvio, seguito in pochi anni dal concordato preventivo della società Allibo Adriatico spa di cui l’Interporto di Rovigo è stato socio intervenendo ben due volte per la ricapitalizzazione, in base a quale strategia di posizionamento dell’Interporto di Rovigo fu decisa?
L’assemblea di Interporto – commenta Alessandro Monini – non può essere caratterizzata esclusivamente dalla logica in uso per qualsiasi spa, dove peraltro molti Soci pubblici, azionisti, hanno già dichiarato di voler dismettere le proprie quote, ma va ricondotta all’interno della definizione della strategia per il futuro, per le prospettive del nostro territorio.
Sia la parte straordinaria che quella ordinaria dell’Assemblea di domani pongono questioni rilevanti sul futuro della Società che non possono non essere prese in considerazione, se non all’interno di una visione complessiva, sia economica che strategica del ruolo dell’Interporto, all’interno della rete interportuale veneta e della pianura padana.
Il rischio che si intravvede – conclude Alessandro Monini -, a causa della mancanza di momenti di confronto tra Istituzioni e Rappresentanze economiche, è di una paralisi decisionale delle attività dell’Interporto di Rovigo che il Polesine non può permettersi, soprattutto in una fase in cui gli altri Interporti veneti stanno affrontando percorsi di rafforzamento, con investimenti significativi alla luce delle dinamiche dell’economia globalizzata e in cui l’Interporto di Rovigo può svolgere un proprio ruolo in sinergia con le altre infrastrutture venete per la peculiarità della intermodalità e dell’importanza che la stessa Unione Europea ha riconosciuto al trasporto fluviale ed all’idrovia Padano Veneta.”