I toelettatori di animali domestici, la cui attività rientra tra quelle di servizi sospese ai sensi del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’11 marzo, non ci stanno.
Come molte altre imprese, nel pieno rispetto delle regole, hanno accettato da subito di tirare giù la saracinesca per tutelare la salute di tutti, lavoratori e clienti, purtroppo però in tanti si sono rivolti a operatori che sono rimasti aperti, in barba alle norme.
CNA ha, allora, deciso, insieme alla Federazione Nazionale dei Toelettatori, di lanciare un appello per ricordare ai clienti che si rivolgono ad imprese che non rispettano il divieto che questo modus operandi mette a serio rischio la salute pubblica.
Complice di questo mancato rispetto delle norme è, purtroppo, anche la mancanza di un orientamento univoco da parte degli organi di controllo e vigilanza preposti: in alcuni comuni, infatti, il divieto non viene fatto rispettare e a fronte di questa “flessibilità” molti operatori decidono di riprendere l’attività.
Ulteriore confusione si crea rispetto ai laboratori di toelettatura presenti nei pet shop. I pet shop, a norma dello stesso decreto, possono continuare ad esercitare la vendita di prodotti destinati ai piccoli animali domestici, come per esempio gli alimenti, fermo restando che i laboratori di toelettaura, eventualmente presenti all’interno del pet shop, devono restare chiusi. Anche in questo caso il divieto non è sempre e ovunque rispettato.
Va da sé che questa disparità sta generando ulteriore malcontento tra gli addetti ai lavori che chiedono che il divieto sia rispettato e fatto rispettare ovunque allo stesso modo. In attesa che gli operatori toelettatori possano tornare a prendersi cura degli amici a quattro zampe, è necessario che le amministrazioni territoriali adottino approcci univoci per non generare confusione in una situazione già fortemente complessa.