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La Beauty Consultant. Una lente d’ingrandimento su bellezza e società

Beauty consultant. Quando sedeva sui banchi del liceo classico e pensava al suo futuro, questa professione non rientrava nei suoi sogni. Per tanti motivi: il primo è che non esisteva ancora, perlomeno nella odierna accezione. Ma se Liana Sassoli avesse ‘letto’ alcuni segni, forse avrebbe potuto intuire qualcosa. Ad esempio il fatto che la madre avesse una profumeria e che lei fosse spesso in negozio per aiutarla. Il passo dai profumi alla cura del corpo, prima, e a quello che si nasconde dietro l’estetica, poi, è stato breve.

“Ho iniziato a lavorare con una ditta che commercializza marchi cosmetici – ricorda Liana -. Mi sono dapprima occupata di spiegare ai clienti le qualità dei prodotti e come utilizzarli al meglio. Poi la ditta ha deciso di non limitarsi al lavoro di commercializzazione, ma di avviare una propria linea di prodotti. E qui è nata la mia professione di beauty consultant”.

La nascita di un nuovo prodotto è un processo lungo e complesso. “Quando viene ideato un trattamento, l’azienda affida l’incarico ad una cosmetologa. Testare il suo lavoro, è il mio lavoro. Devo verificare che non abbia inconvenienti o controindicazioni al momento dell’applicazione e che risponda alle necessità che avevamo indicato. Talvolta sono io stessa a provare nuovi prodotti e nuovi trattamenti – continua Sassoli – non mi espongo al sole per abbronzarmi dal 1991 e quindi la mia pelle è adatta a molti test. Ci sono poi clienti e amiche interessate e disponibili a verificare le novità. Una volta che questa attività si è conclusa, mi occupo anche di redigere i contenuti illustrativi del prodotto e del trattamento. A cominciare dal cosiddetto bugiardino. Infine, si passa alla commercializzazione. Ci vuole un anno per passare dall’idea al banco di vendita”.

Quello di Liana Sassoli è un lavoro ma anche uno straordinario punto d’osservazione sociale…

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