“La Blockchain per la tracciabilità del Made in Italy”, questo il titolo dell’iniziativa svoltasi giovedì 14 novembre alla sala degli Arazzi del ministero dello Sviluppo Economico, durante la quale sono stati illustrati i risultati del progetto pilota in cui il Dicastero è in prima fila con il supporto di Ibm e la collaborazione di associazioni e aziende della filiera del tessile italiano, per l’applicazione della tecnologia Blockchain nel settore del tessile per la valorizzazione e protezione del Made in Italy.
Lo studio di fattibilità ha avuto come obiettivo la verifica delle condizioni di applicazione di una soluzione basata sull’utilizzo di registri distribuiti per la certificazione del ciclo di produzione di specifici prodotti tessili, uno dei settori di punta del Made in Italy.
Si tratta di una prima possibile applicazione di questa tecnologia emergente che mira alla difesa dell’eccellenza dei nostri prodotti sui mercati internazionali, alla lotta alla contraffazione e sostegno alla competitività delle imprese manifatturiere sfruttando il potenziale abilitante del digitale.
Il Mise punta a estendere questo progetto ad altri settori strategici per il Paese ed esportarlo a livello UE nell’ambito dei lavori della European Blockchain Partnership.
CNA Federmoda ha collaborato allo studio coinvolgendo imprese a livello nazionale ed è stata protagonista della tavola rotonda dedicata ad un confronto sulle potenzialità di questo progetto con la vice presidente nazionale, Doriana Marini.
“Nel futuro del settore tessile e abbigliamento, è importante per le imprese un sistema di tranciabilità e certificazione efficace e di filiera – ha spiegato Doriana Marini – Tracciare la filiera italiana della moda significa dare un valore aggiunto per la crescita del sistema moda, sia in termini di qualità sia in termini di trasparenza, a tutela dei consumatori. CNA suggerisce la valorizzazione del sistema ‘T Fashion di Unionfiliere’ per arrivare al consumatore con un’etichetta parlante che utilizzi nuove tecnologie. In questo modo si può lavorare alla costruzione di un ‘Rating di valore’ per le Pmi che non risponda soltanto a logiche economico-finanziarie, ma sia basato su indicatori di sostenibilità economica, sociale, etica ed ambientale e che preveda premialità per le aziende più virtuose.”
In chiusura di lavori, il Ministro Stefano Patuanelli è intervenuto insieme all’amministratore delegato di Ibm, Enrico Cereda, per discutere sulle possibili applicazioni della Blockchain al sistema produttivo nazionale.
“Si tratta di un primo modello sperimentale che risponde a precisi bisogni. La piccola e media impresa ha oggi il forte bisogno di un sostegno sistemico per poter migliorare la trasparenza e la tutela dei propri marchi. Oggi presentiamo i risultati di una prima sperimentazione del Mise che utilizza la Blockchain e le tecnologie basate sui registri distribuiti – ha dichiarato il ministro Patuanelli. – Stiamo lavorando a livello europeo nell’ambito della European Blockchain Partnership al fine di esportare il modello italiano di protezione delle filiere produttive attraverso le tecnologie emergenti. Pensiamo che in questo ambito il nostro Paese possa giocare un ruolo di leader a livello comunitario”.