Lanciata a Roma il 12 maggio scorso “CambioPulito” (www.cambiopulito.it), la piattaforma per la segnalazione online di pratiche irregolari e illegali legate alla filiera dei pneumatici e dei Pneumatici Fuori Uso, è oggi presentata agli operatori del settore ricambi intervenuti ad Autopromotec – la prima fiera dell’aftermarket automobilistico, a Bologna dal 24 al 28 maggio.

“La piattaforma è promossa dai consorzi di filiera per la gestione degli Pneumatici Fuori Uso (PFU) Ecopneus, EcoTyre e Greentire – che gestiscono circa l’85% del totale nazionale – Legambiente, le associazioni di categoria Confartigianato, CNA, Airp e Federpneus, che hanno dato vita all’Osservatorio sui flussi illegali di pneumatici e PFU in Italia. In occasione di Autopromotec 2017 il progetto viene illustrato nel corso di dell’incontro “CambioPulito. La filiera degli pneumatici e PFU in campo per la legalità”, che si tiene alle 11:30 presso la sala Melodia; un’occasione importante per approfondire con gli operatori del mercato dei ricambio un’iniziativa che li vede partner fondamentali per la sua riuscita. “CambioPulito” rappresenta la prima piattaforma di whistleblowing in Italia per la segnalazione riservata e anonima di situazioni di irregolarità e illegalità – dalla vendita “in nero” all’evasione del contributo ambientale per il riciclo degli Pneumatici Fuori Uso – lungo un’intera filiera, che raccoglie su tutto il territorio nazionale oltre 50.000 aziende. Si tratta di uno strumento innovativo – per la segnalazione di situazioni illecite di cui si viene a conoscenza in base al proprio rapporto di lavoro – raccomandato a livello nazionale e internazionale e dalla stessa ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, sviluppato in linea con la vigente normativa in materia, a tutela di quella economia sana e onesta rappresentata dalla maggioranza delle aziende del settore.

Alla piattaforma, gestita da Legambiente, hanno accesso le aziende che effettuano i servizi per conto dei consorzi Ecopneus, EcoTyre e Greentire, i soci Airp e Federpneus e gli operatori del mercato del ricambio aderenti a Confartigianato e CNA. Attraverso password di accesso dedicate alle diverse categorie, ciascun operatore ha la possibilità, in forma anonima e sicura, di effettuare una segnalazione di situazioni di irregolarità e illegalità di cui è stato testimone. Inoltre, il sistema consente di seguire l’iter di ciascuna segnalazione, presa in carico da Legambiente, che come unico gestore le filtra, le classifica e ne valuta l’attendibilità, con possibilità di richiedere ulteriori informazioni e chiarimenti ed eventualmente arrivare alla segnalazione alle Forze dell’Ordine in casi di particolare evidenza e gravità.

Ogni anno in Italia vengono venduti nel mercato del ricambio circa 32 milioni di pneumatici. Un flusso cui si lega la generazione di pneumatici usati o ricostruibili, che proseguono la propria vita grazie ad aziende specializzate, ma anche circa 350mila tonnellate di Pneumatici Fuori Uso, di cui i tre consorzi aderenti al progetto gestiscono circa l’85% nell’ambito di un sistema senza fine di lucro operante su tutto il territorio nazionale, finanziato attraverso un contributo ambientale versato dagli acquirenti di pneumatici. Dal 2011 questo sistema nazionale garantisce rintracciamento, raccolta e recupero di una quantità di PFU corrispondente agli pneumatici regolarmente immessi nel mercato nazionale del ricambio; esistono però pratiche scorrette, come la vendita “in nero” di pneumatici, l’evasione del contributo ambientale o altre irregolarità nella gestione dei PFU, che ne mettono a rischio il corretto funzionamento, con il ripresentarsi del rischio di abbandoni, accumuli ingestibili di PFU presso gli operatori (autofficine, stazioni di servizio, gommisti) e la mancata copertura economica del sistema nazionale, non essendo possibile distinguere in fase di prelievo presso gli operatori i PFU regolari da quelli derivanti da pratiche illegali

 

Una situazione che è possibile stimare, su tutto il territorio nazionale, in circa 20/30mila tonnellate di pneumatici immessi illegalmente nel mercato del ricambio, equivalenti al peso di 2/3 milioni di singoli pneumatici per autovettura, che negli ultimi anni è emersa con sempre maggiore evidenza. Un ammanco di contributi ambientali per 12 milioni di Euro ogni anno, che si accompagna a un’evasione IVA stimata in 80 milioni di Euro, a cui vanno aggiunti anche i costi di eventuali interventi per ripulire il territorio dai possibili abbandoni.

Questa “montagna” di PFU, pari al peso a pieno carico di 100 treni ad alta velocità, rischia infatti di essere dispersa nell’ambiente, se non si riuscirà a riportare la rotta verso la legalità.

“È una novità importante quella che si introduce oggi – ha concluso Enrico Fontana, Coordinatore dell’Osservatorio – frutto di una straordinaria alleanza fra associazioni ambientaliste, di categoria, consorzi di gestione dei PFU che indicano una strada precisa da percorrere nel nostro Paese per prevenire e contrastare con efficacia i fenomeni di illegalità, che è quella di una legalità organizzata”.