L’Italia ha bisogno di coltivare la cultura. Grande assente dal dibattito sul futuro del nostro Paese, per governare i poderosi cambiamenti dell’era 4.0 e consegnare un domani migliore alle nuove generazioni. Non è banale la sfida lanciata da Matera, capitale europea della cultura 2019, teatro, non a caso, nella seconda giornata di approfondimento della XXII Festa nazionale di CNA Pensionati in corso a Castellaneta Marina (Ta) Presso il Gran Valentino- Calanè Village.
Presieduto da Giovanni Giungi, Presidente Nazionale di CNA Pensionati e introdotto da Filippo D’Andrea, Segretario di CNA Pensionati, l’evento ha visto la partecipazione del Presidente Nazionale CNA Daniele Vaccarino, di Leonardo Montemurro, Presidente di CNA Basilicata e di Salvatore Adduce, Presidente della Fondazione Matera 2019.
Proprio la cultura è stata protagonista dell’incontro insieme al suo strettissimo connubio con l’artigianato, il vero attore indiscusso e straordinario della storia di Matera e della costruzione dei suoi celebri sassi.
“La sfida della nostra epoca, l’era dei big data e di Internet, dei robot e delle intelligenze artificiali, è coltivare la cultura – ha detto Vaccarino – e parlare di cultura in questo periodo storico, il periodo delle semplificazioni e dei tweet, degli slogan semplicistici, delle urla e degli insulti, non può che essere motivo di grande orgoglio per CNA Pensionati e CNA”.
“Abbiamo davanti a noi incredibili trasformazioni – ha aggiunto – stiamo vivendo e vivremo sempre più lo scontro economico, demografico e culturale di interi blocchi nel mondo che si stanno muovendo in modo imprevedibile. La nostra vita quotidiana muterà con una velocità straordinaria. È già arrivata l’epoca dei big data, un mondo in cui solo attraverso il telefonino si può essere ascoltati, geolocalizzati, controllati e interpretati persino nelle nostre intenzioni”.
“E allora la sfida culturale diventa decisiva – ha continuato Vaccarino – e siccome l’artigianato ha un rapporto strettissimo con la cultura non possiamo che metterci al centro della scena. Si pensi a Matera. La vediamo così com’è grazie alla maestria di migliaia di artigiani che nel corso dei secoli hanno usato una sapienza saggia e risolutrice in condizioni avverse per costruire e conservare i sassi che noi tutti visitiamo e amiamo”.
“Oggi – ha concluso – dobbiamo riuscire a coniugare il progresso dirompente dell’era dei robot e della connessione globale con la nostra arte del saper fare, insita nei nostri mestieri. Coltivare la cultura è l’unica strada possibile”.
Un elogio alla sapienza artigiana è arrivato anche da Salvatore Adduce che ha ricordato ai pensionati presenti, ex titolari di imprese della CNA, come essi abbiano rappresentato un pezzo di cultura del Paese e come abbiano contribuito in modo straordinario e decisivo al poderoso progresso vissuto dall’Italia nel secondo dopoguerra. “La candidatura di Matera capitale della cultura europea 2019, è stata una scommessa visionaria cominciata 10 anni fa – ha ricordato – un progetto in cui sono stati coinvolti i bambini delle elementari, possessori di uno sguardo lungo e limpido sul futuro e i pensionati della città che hanno potuto condividere arte e cultura di Matera”. “La cultura è di tutti, non delle élite – ha concluso – e lo abbiamo dimostrato”.
Un prezioso excursus sulla storia di Matera, invece, è stato al centro dell’intervento di Leonardo Montemurro, Presidente CNA Basilicata. “Passare in 70 anni dall’essere definita, negli anni ’50, dall’allora presidente del Consiglio Alcide De Gasperi un’infamia nazionale – ha ricordato – a capitale europea della cultura non è stato affatto scontato. È successo grazie alle sperimentazioni e all’interessamento di grandi imprenditori illuminati come Adriano Olivetti, all’intervento statale che negli anni 70 ha espropriato ai privati i sassi, allora teatro di vite misere e promiscue con i propri animali, il mulo innanzitutto, e poi, grazie all’approvazione nell’86 di un progetto di grande riqualificazione con il contributo di architetti e studiosi ma anche dell’opera straordinaria e poderosa degli artigiani locali. Matera diventò un caso di studio anche per i sociologi e oggi brilla come perla di bellezza del Patrimonio dell’Umanità Unesco che ci premiò, tuttavia, nel 1993 per l’efficace sistema di raccolta delle acque”.
“Per la prima volta nella nostra vita forse – ha continuato Montemurro – pensiamo che il futuro potrebbe essere peggiore del nostro passato. Voi imprenditori artigiani avete vissuto pensando che tutto sarebbe potuto succedere, salvo che tornare indietro. Oggi non è più così ma la paura è sicuramente una pessima consigliera. Occorrono modelli e percorsi nuovi come quelli sostenibili, amici del futuro e delle nuove generazioni”.
E uno dei progetti di CNA Pensionati va proprio in questa direzione. “Noi – ha spiegato il segretario nazionale Filippo D’Andrea – abbiamo in campo idee e progetti come quelli del turismo esperienziale legati a doppio filo con la cultura e la qualità che Matera offre. Si tratta di abbandonare il turismo mordi e fuggi dei grandi numeri e delle mode del momento e adottare un approccio lento e legato ai tempi e alla cultura amica di città come questa. Le botteghe artigiane, o anche i nuovi mestieri legati al passato, possono essere parte integrante di questa nuova frontiera che permetterebbe a città come Matera di evitare il carico distruttivo del turismo di massa”.
Un elogio speciale al territorio come esempio di buona pratica associativa è infine arrivato da Giovanni Giungi, Presidente Nazionale di CNA Pensionati, che ha ricordato come la Basilicata, in tempi difficili per il mondo delle rappresentanze, abbia centrato ottimi numeri: +13%, nelle adesioni all’associazione.
“I pensionati che vivono l’associazione in modo proattivo partecipando alle nostre iniziative – ha spiegato Giungi – sono una risorsa vitale per un Paese come L’Italia che invecchia rapidamente”. “Essere protagonisti di percorsi culturali e di progetti sul territorio – ha concluso – è un contributo prezioso per riportare la barra diritta in un momento di sconforto e grande confusione come l’attuale. In questo senso anche il Protocollo ‘Nonni per le città’ che ci apprestiamo a firmare con l’ANCI può portare i pensionati a svolgere il ruolo di sentinelle di beni culturali, oggi fondamentale per il nostro Paese”.