Il logo che ha scelto per il suo stabilimento balneare è una vela con i colori della pace. “Rappresenta il nostro resistere e il fatto che abbiamo sempre camminato in pace”, dice Danila Corsi. Ci sono voluti quindici anni, infatti, e una storia tutta italiana di lotta contro la burocrazia, perché potesse realizzare il suo obiettivo: uno stabilimento pilota ad altissima accessibilità per l’inclusione lavorativa di ragazzi con disabilità. Un bagno apparentemente come gli altri, ma con tanti piccoli speciali accorgimenti.

Danila vive da sempre a Martinsicuro, in provincia di Teramo. E’ un’insegnante di musica, vicepreside, e madre di Marta e Francesco. “Quando Francesco, che oggi ha 32 anni, nacque con la sindrome di down – racconta – insieme ad altri genitori fondammo la sezione di Martinsicuro dell’Anffas, l’Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale”.

Nei primi anni ‘90 l’associazione ha un ruolo soprattutto di carattere informativo. Poi nel 1999 decide di costruire qualcosa di concreto e partecipa ad un bando del Ministero degli Affari sociali. “Nel 2000 vincemmo il bando e il Ministero ci erogò un acconto di 26 milioni di lire – spiega Danila -. Ma abbiamo dovuto attendere il 2014 per poter iniziare i lavori e l’agosto del 2015 per inaugurare lo stabilimento pilota Adriatico Handisport 2000, detto anche la Rosa blu”.

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