La stima è contenuta nel dossier che la Protezione civile ha trasmesso a Bruxelles per ottenere il sostegno del Fondo di solidarietà dell’Unione Europea, da cui l’Italia ha al momento ricevuto 30 milioni di euro a titolo di anticipo. Nella prima stima inviata a Bruxelles dopo il sisma del 24 agosto, il conto dei danni era di 7 miliardi e 55 milioni. Le forti scosse successive hanno triplicato questa cifra.
La classificazione dei danni, conferma che il capitolo più impegnativo è quello degli edifici privati: 12,9 miliardi di danni (4,9 miliardi stimati dopo agosto che si sommano agli 8 miliardi di danni causati tra ottobre e gennaio). Il secondo capitolo, per importo, è quello dei danni ai beni culturali, che vale oltre 3,1 miliardi. I danni alle infrastrutture – dalle strade alle reti (energia, acqua, gas eccetera) – ammontano a oltre 2,7 miliardi (2.734.338.000 euro). Poi ci sono i danni agli edifici pubblici (1,1 miliardi di euro) e, infine, i danni alle attività produttive, al sistema agroindustriale e dell’allevamento, pari complessivamente a 454,2 milioni di euro.
Ma il capitolo più importante per ottenere il sostegno di Bruxelles è quello delle spese per l’emergenza, che il dossier quantifica in 3,24 miliardi di euro. In questa cifra sono stati calcolati i costi delle sistemazioni urgenti e dei moduli abitativi, tutti i costi del personale impegnato nelle aree terremotate e, più in generale, di tutto quello che è servito al sostegno diretto e gli aiuti alla popolazione. Con il dossier inviato ieri l’Italia si conferma il principale cliente del fondo comunitario post-calamità naturali. Ad oggi, infatti, i due maggiori contributi mai concessi a un Paese, sono quelli deliberati da Bruxelles dopo il sisma del 2009 all’Aquila (493,8 milioni di euro ricevuti) e dopo il sisma del 2012 in Emilia Romagna (Lombardia e Veneto), con 670,2 milioni di euro (a fronte, in quest’ultimo caso, di 12,3 miliardi di danni).
Nell’ultimo aggiornamento del Solidarity Fund, l’Italia è anche il primo beneficiario in assoluto, con 1,319 miliardi incassati tra il 2002 e oggi (al secondo posto c’è la Germania, con poco più di miliardo di euro, e al terzo posto c’è la Gran Bretagna con 222,6 milioni). Con quest’ultimo terremoto le cifre sono incomparabilmente più elevate di qualsiasi altro evento calamitoso mai gestito da Fondo Ue. Dopo la richiesta fatta ieri, la Commissione farà i conti e deciderà l’ammontare del contributo. In ogni caso, l’attesa non dovrebbe essere lunga, almeno stando all’esperienza dell’ultimo terremoto: dopo il sisma del 2012 in Emilia Romagna, l’Italia ha spedito il dossier il 27 luglio e la risposta di Bruxelles è arrivata il 19 settembre. Dal momento in cui il nostro paese incassa l’assegno, scattano poi 18 mesi di tempo per rendicontare le spese