Dal Centro studi della CNA regionale delle Marche gli ultimi dati, fortemente voluti da CNA Ascoli, sul mondo del lavoro e dell’impresa. In che numeri si traduce la “resistenza” del Piceno a dieci anni di crisi, cinque di post sisma e quasi due di pandemia? All’avvio del 2021 nel Piceno risultavano occupate 88.915 persone. A inizio del 2018 erano 90.303. Quindi, stando all’utile ma fredda computa dei numeri, in 3 anni il tasso di occupazione è passato dal 67 per cento al 66,9 per cento.
“Lo tsunami che era prevedibile aspettarsi è stato per ora arginato. – commenta Francesco Balloni, direttore della CNA di Ascoli Piceno –E questo vale, per il nostro territorio, sia per il lavoro che per la sopravvivenza delle imprese. Ma la differenza, nei prossimi mesi e soprattutto nel 2022, la faranno le nuove misure di sostegno che si riuscirà a mettere in campo e la proroga di quelle già attive”.
“Questa già di per sè – aggiunge Luigi Passaretti, presidente della CNA Picena – è resistenza, voglia di non mollare. Ma non basta perché le istituzioni, a tutti i livelli, devono avere chiaro il concetto che forti contraccolpi negativi ci saranno d’ora in avanti”.
Analizzando i dati del Centro studi della CNA Marche per il Piceno, riferiti ad esempio all’occupazione per differenza di genere, si evince che nel 2018 lavoravano 39.461 donne. All’inizio del 2021 questo numero è sceso a 36.624, con un decremento di circa 5 punti percentuali nell’arco del triennio.
Stesso discorso, rileva sempre la CNA Picena, per le dinamiche delle imprese. A inizio 2018 ne risultavano attive in provincia 21.088. A inizio 2021 siamo a quota 20.811. “Anche questo tipo di encomiabile resistenza – conclude il direttore Balloni – va letta attentamente per indirizzare le azioni giuste. Questo numero nel triennio, incoraggia. Analizzandolo bene, però, vediamo che, sempre in questo periodo, le cessazioni per fortuna non hanno avuto un’impennata. Come ci si poteva aspettare. Le nuove iscrizioni sono calate di quasi il 30 per cento. Ecco perché chiediamo con forza ulteriori e più potenti misure per aiutare sia chi ha voglia di partire con il fare impresa, sia chi resiste e mantiene attiva la propria azienda”.
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