Analizzando la legge di stabilità 2015 con particolare riferimento alle disposizioni riferite all’IRAP, ci si accorge che i benefici, per la massima parte, sono orientati alle imprese più strutturate che hanno un numero consistente di dipendenti. Riduzioni, peraltro, controbilanciate dal conseguente aumento delle imposte sui redditi dovuti dalla minore IRAP deducibile dal reddito d’impresa.  Non può essere dimenticato, infatti, che già da qualche anno tutta l’IRAP riferita al conto del lavoro indeducibile può essere dedotta dal reddito d’impresa.

Anche la riduzione dell’IRAP del 10% riconosciuta sotto forma di credito d’imposta per tutti coloro che non hanno dipendenti, tesa a compensare l’abrogazione della riduzione dell’IRAP per lo stesso ammontare, vede dei corrispondenti aumenti delle imposte dirette dovute. L’Agenzia delle entrate, infatti, ha  qualificato il credito d’imposta quale sopravvenienza attiva imponibile ai fini delle imposte sui redditi.

Per maggiori dettagli, si rinvia alla Circolare 2 marzo 2015, n. 6 in cui, oltre ad una spiegazione sintetica delle novità, sono indicate della tabelle di sintesi che evidenziano i risparmi d’imposta derivanti dalle nuove disposizioni, in ragione del numero dei dipendenti e della tipologia d’impresa: soggetto IRES o IRPEF.