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La ‘rivoluzione americana’ di Stefano per salvare l’azienda di famiglia

In Italia lo definirebbero pazzo, megalomane, esaltato. In America, visionario, sognatore, lungimirante. Stefano Bonaretti, dopo 5 anni vissuti a New York, studiando alla New York Film Academy e lavorando per il produttore esecutivo Premio Oscar Larry Meistrich, in un anno e mezzo, grazie alla “nuova mentalità”, ha quintuplicato il fatturato e raddoppiato il numero delle addette dell’impresa di famiglia, un ricamificio in provincia di Reggio Emilia, di cui è socio insieme ai genitori e alla sorella.

“Nel 2010 l’azienda creata da mia madre Laura, Ricami Laura snc, dopo venti anni di onorata carriera rischiava di chiudere. La morte di Gianfranco Ferrè nel 2007, che aveva dato la sua impronta personale al nostro laboratorio, seguita a breve distanza dalla morte di Vittorio Missoni, sono stati due duri colpi” racconta Stefano. 

Dopo aver investito tutti i risparmi per salvare il salvabile, costretti a grandi tagli di personale, tallonati degli istituti di credito, la famiglia richiama in patria Stefano.

“Era chiaro da subito che un cambiamento di direzione non bastava. Serviva una vera rivoluzione. La qualità e l’eccellenza del nostro prodotto erano fuori discussione. Mancava la mentalità dell’essere disposti ad esporsi e farsi vedere al mondo esterno”. 

Il passaggio di consegne e la fiducia riposta su Stefano sono processi lenti ma graduali, non mancano i forti scontri quotidiani che mettono a dura prova la convivenza di due diverse mentalità, due diversi modi di intendere il presente proiettato al futuro. 

“Sono partito da zero, da solo, di notte, io e il mio pc con 800 euro di budget, per creare un profilo su Linkedin Premium e spedire il mio marketing personalizzato, direttamente alle persone che operano negli Uffici Stile di tutte le Maisons del lusso ed extralusso”. 

Dopo tre mesi di marketing notturno…

Puoi continuare a leggere la storia di Stefano Bonaretti e gli altri racconti di quotidiano ingegno su CNAStorie.

 

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