“La nostra provincia vanta una lunga e consolidata tradizione artigiana che imprenditori, addetti ai lavori e associazioni di categoria hanno il dovere di tramandare alle nuove generazioni insieme all’amore per il nostro territorio, ma senza per questo rinunciare alle opportunità di innovazione che si presenteranno nelle prossime settimane. Per poter contare su un domani luminoso è necessario mettersi al lavoro, come dimostrato dagli imprenditori che oggi stanno raccogliendo i frutti di un percorso intrapreso anni fa con coraggio e intraprendenza”. Spiega Francesco Balloni, direttore della CNA Picena, presentando l’indagine del loro Centro Studi.
Nonostante le difficoltà legate all’emergenza sanitaria e, da ormai diversi mesi a questa parte, al caro energia e alla carenza di materie prime e carburanti sul mercato, le aziende del Piceno reggono l’urto della crisi continuando a fare impresa e a guardare con fiducia al futuro.
La netta ripresa a cui abbiamo assistito nel secondo semestre del 2021, con una significativa crescita dei casi di stabilità – giunti fino a un più che incoraggiante 55,9% – e una posizione di rilievo delle nuove attività sorte nell’ultimo anno rispetto alle chiusure registrate nello stesso arco di tempo testimoniano ancora una volta la capacità delle aziende picene di affrontare al meglio le criticità che il territorio presenta, anche per via del sisma e di una ricostruzione che ancora stenta a decollare, sfruttandone al tempo stesso i punti di forza per restare competitive sul mercato.
In un mondo del lavoro che oggi si presenta estremamente dinamico, tuttavia, la CNA di Ascoli Piceno ritiene necessario investire per intraprendere al più presto la via dell’innovazione, l’unica in grado di garantire benefici nel lungo periodo, anche sulla scia delle risorse e degli incentivi stanziati a livello nazionale e internazionale per accompagnare le imprese verso una transizione digitale che appare ormai inderogabile, e in particolare alla luce dei numeri che emergono dall’analisi condotta dalla CNA Picena sulla base dei dati elaborati dal Centro studi CNA Marche.
Anche a causa della nube di incertezza che per via dei conflitti geopolitici in corso e del caro energia aleggia attorno all’economia mondiale, il percorso di crescita intrapreso a partire dallo scorso anno, quantomeno in alcuni settori chiave del comparto economico e produttivo locale, sta subendo una preoccupante battuta d’arresto. Nel confronto con gli anni scorsi, in questi primi 5 mesi del 2022 risultano in netta diminuzione, infatti, le iscrizioni di nuove imprese, tendenza condivisa anche nel resto della regione e che si presenta assai marcata nel comparto manifatturiero – 17, contro le 34 avviate nel 2021 -, nel commercio, nei servizi di alloggio e ristorazione e nelle attività di servizio al cittadino. Continuano a crescere, invece, le adesioni di nuove imprese attive nell’agricoltura (+12 sul 2021) e nelle costruzioni (+14), in relazione anche alle opportunità garantite dagli ecobonus.
Difficoltà confermate anche sul versante degli investimenti e delle imprese artigiane che scelgono di puntare sul territorio provinciale, che in percentuale risultano meno numerose di quelle che emergono invece su scala regionale. In particolare le ripercussioni della pandemia sull’annata 2020 risultano di gran lunga più evidenti sul volume di investimenti della provincia di Ascoli rispetto alle Marche nella loro interezza. Al tempo stesso, la ripresa registrata nel 2021 consente solo a livello regionale un recupero rilevante, sebbene ad ogni modo inadeguato, con una diffusione degli investimenti vicina al 19% nel 2021 a fronte del 24,6% del 2019. Nella provincia di Ascoli, invece, il recupero è assai inferiore e il dato del 2021 è notevolmente più basso di quello relativo al 2019. In quest’ottica, il gap riscontrato in provincia affonda le sue radici nelle attività del manifatturiero e del terziario artigiano, con una diffusione degli investimenti costantemente inferiore rispetto al dato regionale dal 2015 in poi. Una condizione indubbiamente allarmante, che non può non suscitare la preoccupazione della CNA Picena in relazione a un punto di riferimento dell’artigianato piceno riconosciuto in tutto il mondo.
Fortunatamente la situazione appare decisamente più rassicurante sul fronte export, dove a seguito della flessione registrata nel 2021 i dati più recenti relativi alle esportazioni del Piceno mostrano un’incoraggiante ripresa nel primo trimestre targato 2022. In particolare, l’export farmaceutico cresce sia in termini congiunturali rispetto al trimestre precedente sia, soprattutto, in termini tendenziali: rispetto allo stesso trimestre del 2021, infatti, l’export del settore farmaceutico risulta quasi triplicato.
Anche al netto del farmaceutico, l’export piceno mostra comunque un buon ritmo di crescita sia rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (+12,7%) sia nei confronti del trimestre immediatamente precedente (+11,4%). La principale voce dell’export piceno dopo il farmaceutico è quella del sistema moda – prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori – che registra anch’essa nel primo trimestre 2022 un forte aumento sia in linea tendenziale (+26,2% rispetto al primo trimestre 2021) sia sotto il profilo congiunturale (+22,7% rispetto agli ultimi tre mesi del 2021), dettato anche dal crollo delle esportazioni delfashion andato in scena lo scorso anno per via dell’emergenza sanitaria.
Per quanto riguarda invece le nuove frontiere della digitalizzazione e il ricorso alle nuove opportunità offerte dalla tecnologia, nella nostra provincia le manifatture ad alto impatto tecnologico crescono in misura maggiore rispetto al dato regionale nel quinquennio 2017-2022, con un aumento provinciale del 16% a fronte dell’esiguo +0,9% regionale. Le cose stanno però molto diversamente nei servizi ad alta intensità di conoscenza – attività di produzione cinematografica, musicale e televisiva, telecomunicazioni, software e consulenza informatica, ricerca scientifica e sviluppo – per i quali la crescita provinciale nel medesimo periodo di localizzazioni attive (+6,1%) e addetti (+13%) risulta decisamente inferiore a quella registrata nelle Marche (rispettivamente +9,2% e +17,2%).
È in questa direzione che le aziende del Piceno dovranno continuare a puntare con determinazione, anche attingendo alle risorse che a partire dai prossimi giorni verranno garantite dai bandi del Fondo complementare sisma dedicati alle imprese. Un pacchetto di risorse composito ma essenziale in chiave occupazionale e per lo sviluppo di impresa, che prevede interventi volti ad aumentare l’attrattività del territorio favorendo il rientro degli imprenditori e delle attività delocalizzate e la creazione di programmi innovativi per il consolidamento delle realtà economiche del Piceno, valorizzando il patrimonio ambientale e sociale del Piceno con un coinvolgimento in prima linea dei settori dell’agricoltura, dell’industria e dell’artigianato, senza per questo dimenticare sport, cultura e turismo. Il tutto, ovviamente, nel segno dell’innovazione e della transizione digitale.
“Tradizione e innovazione – conferma Arianna Trillini, presidente della CNA Picena – rappresentano i pilastri dell’artigianato del futuro. Innovare, d’altra parte, non vuol dire rinnegare il passato, ma traghettarlo verso una nuova dimensione più moderna e aperta all’internazionalizzazione. Come associazione siamo da sempre al fianco degli imprenditori del territorio, e anche in questa circostanza non rinunceremo ad accompagnare le piccole e medie realtà locali verso la vera sfida che ci attende da qui ai prossimi anni”.