Daniela Bianchi aveva un sogno: fare la biologa in un laboratorio tutto suo. Quel sogno oggi è un’affermata realtà: si trova a Jesi, in provincia di Ancona, è accreditato al Sistema Sanitario Nazionale in categoria Eccellenza, ed è uno dei primi centri in Italia ad occuparsi di nutrigenetica ovvero lo studio della correlazione tra geni e alimenti per il benessere della persona.
“Bioaesis nasce nel 2004 ed è il mio sogno realizzato, o meglio, il nostro, dato che con me c’è la mia socia Caterina. Entrambe abbiamo scommesso tutto su questo progetto – racconta Daniela -. L’idea ci è venuta perché avevamo voglia di qualcosa di diverso da quello che il mondo del lavoro ci stava dando, volevamo metterci in gioco facendo perno sulla nostra passione, che è lo studio del DNA in ogni sua più affascinante connotazione. Infatti ci occupiamo di analisi per l’uomo ma anche per il settore agroalimentare. Ancora oggi siamo entusiaste del nostro lavoro, anche se ci sono centinaia di problemi che ci attanagliano, dalla burocrazia alle continue normative cogenti, ma anche volontarie a cui abbiamo deciso di conformarci per rendere eccellente il risultato del nostro lavoro e di chi collabora con noi”.
Bioaesis è un’azienda biotecnologica polifunzionale che opera su tre fronti: medicina di laboratorio specializzato nel settore della genetica medica, centro ricerche biotecnologiche e laboratorio analisi degli alimenti. Sei gli addetti: cinque donne ed un uomo. Diversi i consulenti medici, dall’ostetrica ad altri biologi con contratti professionali di collaborazione.
Daniela Bianchi è biologa molecolare, specialista in biochimica e chimica clinica. Il suo amore per lo studio del DNA è immutato da oltre 20 anni, in particolare incentrato sulle problematiche legate alla sfera riproduttiva, alla diagnosi prenatale non invasiva, alle patologie cardiovascolari e metaboliche.
“Amo ciò che faccio – dice la biologa – e ancora oggi mi commuovo quando una paziente mi ringrazia per la mia umanità quando le spiego che è portatrice di un gene mutato che la mette a rischio, o mi abbraccia portandomi a conoscere il frutto di una maternità inseguita per tanti anni, un figlio infine arrivato solo grazie al nostro aiuto dopo tante sofferenze”.
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