Il prossimo 16 dicembre 2014 scade il termine per il versamento del saldo IMU e della TASI. Si tratta dei tributi che, con l’aggiunta della TARI (tassa sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani), completano il terzetto delle imposte comunali che pesano sugli immobili abitativi e sugli immobili delle imprese e che prende il nome di IUC. Mentre i cittadini e gli imprenditori non hanno capito bene che cosa stanno pagando, ma solo quanto pagano, il Governo preannuncia un nuovo cambiamento della tassazione comunale (la c.d. “LOCAL TAX”) che, ironia della sorte, potrebbe formalizzarsi come emendamento alla Legge di stabilità proprio tra il 16 ed il 17 dicembre. L’unica cosa chiara di questa ennesima riforma è l’intento di unire IMU e TASI in un unico tributo. Per il resto c’è da augurarsi che ciò non comporti ancora una volta un aumento della tassazione sugli immobili di famiglie e imprese. Tra le altre cose, si teme che nell’unificazione dei due tributi nella nuova “LOCAL TAX”, si perda anche l’attuale deducibilità totale della TASI pagata dalle imprese sugli immobili strumentali.
Sulla base di queste premesse, si è ritenuto importante analizzare l’andamento della tassazione complessiva che grava sugli immobili produttivi utilizzati dalla piccole imprese dal 2011 al 2014, al fine di capire, con numeri concreti, che impatto ha avuto ogni riforma sui diversi tributi dovuti. Per effettuate le analisi si sono scelti i due immobili già selezionati nell’ambito dello studio “Comune che vai fisco che trovi” del 15 maggio 2014. Ossia un laboratorio artigiano di 350 mq ed un negozio di 175 mq, calcolando sugli stessi le imposte dovute nell’ambito di ciascun comune.