Far rientrare l’attività di toelettatura degli animali da compagnia tra le attività di servizio alla persona consentite anche nelle “zone rosse”. Ci sono tutte le condizioni per continuare a svolgere in totale sicurezza e nel rispetto dei protocolli vigenti questa attività. Questo l’appello della Federazione Nazionale dei Toelettatori, affiliata alla CNA, che ha scritto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. In base alla classificazione dei codici ATECO, i toelettatori rientrano infatti nella categoria di servizio alla persona. Al momento però le regole le escludono ingiustamente dalle attività consentite nelle zone rosse, individuate dalle ordinanze del ministero della Salute. Le imprese del settore chiedono quindi al Governo di tornare sui suoi passi, eliminando il divieto: nei laboratori dei toelettatori ci sono tutte le condizioni per continuare a svolgere in sicurezza e nel rispetto dei protocolli vigenti questa attività. L’organizzazione e le modalità di svolgimento del lavoro – si legge nella lettera- garantiscono il rispetto e la massima distanza di sicurezza tra gli operatori e i proprietari degli animali. Cani e gatti non sono veicolo di contagi e sono solo loro gli effettivi destinatari della prestazione.
I precedenti
Nella lettera, la Federazione ricorda un precedente importante risalente al primo lockdown, a marzo: lo stesso ministero dello Sviluppo Economico, allora, aveva riconosciuto con un decreto la possibilità per i toelettatori di riaprire, prima delle altre attività di servizi alla persona. La Federazione segnala che le stesse prefetture e amministrazioni di alcuni territori e regioni ne hanno riconosciuto l’apertura: lo svolgimento di queste attività, si è detto, è compatibile con le misure di contenimento del contagio.
Lo stato dell’arte
Al momento tuttavia nelle regioni rosse è disposta la chiusura delle attività di toelettatura di animali da compagnia. Nonostante sia riconosciuto, ricorda ancora la Federazione, il grande senso di responsabilità con cui gli operatori hanno accolto i provvedimenti di chiusura. Le imprese, oltre a rispettare rigorosamente le norme emergenziali, si sono impegnate ad adottare misure igienico-sanitarie, rispondendo con diligenza alle indicazioni del Governo per evitare la diffusione del contagio.