La vita a rate dei marchigiani. Dopo i lunghi anni della recessione le formichine marchigiane non sono diventate cicale ma stanno riprendendo coraggio. Con cautela ma si ricomincia a spendere.
“I debiti” sostiene il segretario Cna Marche Otello Gregorini “non sono solo figli della crisi ma anche della speranza. E allora si chiede un prestito per comprare l’auto, per pagarsi le vacanze, per acquistare casa, per cambiare la lavatrice, la caldaia o il televisore. Spese che si erano rimandate negli anni cupi della recessione e che ora si ricominciano a programmare. Ma la crisi è ancora tra noi e c’è ancora chi si indebita per pagarsi le cure mediche o per far fronte ad una spesa imprevista e urgente.”
Secondo le elaborazioni del Centro Studi della Cna Marche, su dati Banca d’Italia e Eurisc, alla fine di giugno del 2016, i debiti delle famiglie marchigiane erano aumentati dell’1,3 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, per complessivi 13,4 miliardi di euro. Ma a chi si rivolgono i marchigiani per chiedere soldi in prestito? Soprattutto alle banche e solo in minima parte (4,3 per cento) alle società finanziarie per prestiti finalizzati al credito al consumo. Le famiglie marchigiane in genere cercano di rispettare le scadenze delle rate. Anche se dal 2013 i crediti deteriorati sono saliti dal 5,4 al 5,6 per cento e le sofferenze sono passate dall’11,2 al 14,6 per cento.
“La crescita dell’indebitamento” afferma Gregorini “non è legata solo alle difficoltà di arrivare a fine mese. Anzi. In questi anni è aumentata la consapevolezza finanziaria delle famiglie marchigiane che hanno ricominciato a usare lo strumento del credito per progettare il futuro. E se ripartono i consumi delle famiglie ripartono anche il sistema produttivo delle piccole imprese e l’economia della regione”
Secondo l’analisi del Centro Studi Cna Marche su dati Eurisc, ogni marchigiano ha un indebitamento medio di 36.713 euro, all’ottavo posto tra le regioni italiane. Al primo posto si piazzano i lombardi con 43.550 euro e in fondo alla graduatoria i calabresi con appena 22.562 euro. Ancora una volta, scorrendo la graduatoria regionale emergono due Italie, con le regioni del Sud nella parte bassa della classifica. Perché non fanno debiti per paura del futuro e perché esiste una forte economia sommersa. Tra le province quella con l’indebitamento medio più elevato è Milano con 52.301 euro, seguita da Roma con 49 mila euro e da Monza Brianza con 48 mila.
Nelle Marche i più indebitati sono i pesaresi con 42.200 euro a testa mentre i meno esposti, verso banche e finanziarie, sono i fermani con 33.262 euro.
Un marchigiano su tre (32,3%) sta pagando le rate di un mutuo o di un prestito. Quelli con più prestiti in corso sono i toscani (39,2%) mentre in Trentino Alto Adige ha debiti solo il 16,9 per cento della popolazione.
Un esborso mensile di 375 euro. A tanto ammonta la rata che ogni trenta giorni deve pagare un consumatore marchigiano rispetto ai 413 euro di un lombardo e ai 300 euro di un sardo, che si trovano al primo e all’ultimo posto di questa graduatoria.
Quali sono tra i marchigiani le forme di finanziamento più diffuse? Secondo i dati Crif Eurisc, elaborati dal centro Studi Cna Marche il 42 per cento del credito è richiesto per prestiti finalizzati all’acquisto di determinati beni o servizi quali auto, moto, elettronica, elettrodomestici, articoli di arredamento e viaggi. Al secondo posto troviamo i prestiti personali (32 per cento) chiesti dalle famiglie per garantirsi una certa liquidità per fare nuovi progetti di vita legati ad una aspettativa di miglioramento del quadro economico generale. Infine i mutui per l’acquisto di abitazioni che coprono il 26 per cento dei prestiti e scontano un mercato immobiliare che negli ultimi anni è stato a lungo bloccato ed ancora stenta a ripartire.