L’Agenzia delle Entrate rende noto, con comunicato stampa 1 aprile 2016, che anche per quest’anno viene eliminato l’obbligo per i commercianti al dettaglio e gli operatori turistici, di comunicazione dei dati delle operazioni Iva per cui è stata emessa fattura nel 2015 di importo unitario inferiore a 3 mila euro, al netto dell’IVA. (c.d. spesometro). Ovviamente, come è indicato nel comunicato stampa, si tratta di una semplificazione, pertanto, i commercianti al minuto che inviino comunque i dati delle fatture emesse di importo inferiore a 3 mila euro, non saranno soggetti all’applicazione di sanzioni.
Nel comunicato, inoltre, viene indicato che “sono esclusi dallo spesometro anche i soggetti che trasmettono i dati relativi alle spese sanitarie al sistema Tessera sanitaria.” A tal riguardo, sentita l’Agenzia delle Entrate per le vie brevi, si precisa che l’eliminazione dell’obbligo di invio non è soggettiva, ma riguarda solamente le operazioni che sono state effettivamente trasmesse al sistema Tessera sanitaria dai soggetti obbligati. L’Agenzia delle entrate, tuttavia, ci ha anche precisato, che “in ragione dell’intento di semplificazione della norma, è in facoltà dei contribuenti indicare nel Modello polivalente dello spesometro oltre i dati previsti dall’art. 21, comma 1, de. D.l. 78 del 2010, anche i dati già trasmessi al sistema tessera sanitaria, qualora ciò sia più agevole dal punto di vista informatico.” Queste precisazioni dei contenuti del comunicato saranno rese ufficiali dall’Agenzia delle Entrate in un faq che sarà pubblicata in giornata sul proprio sito.
Con il Comunicato stampa alla luce delle ulteriori precisazioni pervenute nella serata di Ieri tramite Mail, l’Agenzia delle Entrate risponde, dunque, alle richieste sollevate dalla CNA con Rete Imprese Italia (vedi lettera al Direttore dell’Agenzia riportata nella News 21 marzo 2016), in merito alle difficoltà per i commercianti al minuto di procedere alla comunicazione nell’ambito dello “spesometro” dei dati delle fatture emesse di importo inferiore a 3.600 euro, annotati nel registro dei corrispettivi, nonché alle difficoltà operative legate alla comunicazione dei dati relativi alle prestazioni sanitarie da parte degli operatori del settore (vedi News 21 marzo 2016).
L’Agenzia indica, in fine, che si tratta di semplificazioni, contenute nel provvedimento direttoriale di prossima emanazione, che tengono conto appunto delle difficoltà operative segnalate da Rete Imprese Italia.