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Videostoria. L’agricoltura circolare, dalle api alla lavanda

Videostoria. L’agricoltura circolare, dalle api alla lavanda

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Distese di lavanda, anello fondamentale di un’agricoltura circolare. Queste piante, infatti, oltre a essere fonte di saponi, essenze e cere ricche di di proprietà, sono anche rifugio sicuro delle api che per via dei cambiamenti climatici, in primavera, non trovano più fiori da cui attingere nettare e polline. E così, al momento della fioritura, a fine giugno, si nutrono di lavanda. La stagione è asciutta, in territori come Oliveto Citra, in provincia di Salerno. E’ qui che Leonardo Mancieri, 65 anni, da apicoltore capì l’importanza di queste piante e con passione, sacrifici e dedizione, oggi con la moglie Rosa porta avanti l’attività. Nel campo coltivato da Leonardo si contano circa 8mila piantine. E’ lui il protagonista di CNA Storie del mese.

Dalla lavanda scaccia-pidocchi all’olio essenziale

“Ho sostituito la lavanda ai veleni, per tenere lontani i pidocchi dagli alberi da frutto” spiega Leonardo. Al momento della potatura, i fiori venivano buttati via. “Era un peccato usare la lavanda solo per l’impollinazione e non utilizzare i fiori -spiega Leonardo-. E così ho deciso di recuperarli e di ricavarne olio essenziale di lavanda, puro al 100%”.

Dalle api i segnali che scandiscono i tempi della raccolta

Una piccola produzione, che non supera i 25-30 litri l’anno, frutto di un lavoro meticoloso. Al momento della raccolta, che avviene in questi giorni di fine luglio, Leonardo e Rosa controllano uno per uno i fiori e scartano eventuali piante infestanti. “Abbiamo una grande sintonia con le api – racconta Leonardo-. Quando vedo che non vanno più sulla lavanda a raccogliere nettare, vuol dire che il fiore è arrivato al massimo. Ed è in quel momento che cominciamo il raccolto”. Un’attività al passo con i ritmi della natura, e al 100% artigianale. A mano si pota, si invasetta e si etichetta. Il lavoro manuale ha dei costi enormi, riconosce Leonardo. E i prezzi finali non sono concorrenziali con le grandi produzioni della Francia e dei paesi dell’Est dove la raccolta è massiva. Nelle produzioni industriali, ci spiega Leonardo, si procede inserendo i grandi balloni di lavanda direttamente nei distillatori. Senza filtrare residui di piante infestanti e insetti.

Abbiamo una grande sintonia con le api. Quando vedo che non vanno più sulla lavanda a raccogliere nettare, è il momento di raccogliere

Le fiere e l’incontro con CNA

Il pubblico di Leonardo è quello dei mercatini e delle fiere. “Mi piace avere un contatto diretto con i clienti, che danno un riscontro sui benefici della lavanda. E visto che le fiere durano spesso più giorni, è frequente che dopo aver acquistato un prodotto, tornino a decantarne le virtù e a chiederne di nuovi”. È proprio in una fiera che ha conosciuto la CNA di Salerno. “Mi comunicano eventi di mio interesse e sono molto attivi. Mi sento seguito e mai abbandonato a me stesso”.

Molti giovani, una volta finita la scuola o l’università, si trasferiscono al Nord

La manodopera non c’è

Servirebbe manodopera, ma la manodopera non si trova. “Tanti giovani non vogliono fare lavori stagionali. Molti poi, una volta finita la scuola o l’università, si trasferiscono al Nord. E quelli che restano non hanno voglia di lavorare”. E di voglia di lavorare, qui, ne serve tanta. Ripagata dal frutto di un’attività che Leonardo e Rosa portano avanti con passione. Il risultato è un mosaico armonioso, cesellato da cicli naturali e artigianato puro. Quando le api sono immerse nella loro attività, non si corre il rischio di essere punti. Un equilibrio perfetto tra operato della natura e il lavoro dell’uomo.

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