“Il comparto agrituristico rappresenta una grande opportunità per il rilancio del turismo sardo.“ hanno dichiarato Luigi Tomasi e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale di CNA Sardegna, commentando i dati dell’ultimo dossier del Centro Studi, che analizza l’andamento di questa nicchia di mercato che ha risentito particolarmente del calo di presenze turistiche registrato nel periodo pandemico.
Infatti, prima della crisi sanitaria, il turismo in Sardegna ha rappresentato uno dei settori trainanti dell’economia regionale. Tra le diverse tipologie d’offerta, il comparto agrituristico si è affermato negli ultimi anni come un segmento di mercato in costante crescita. Nel triennio 2017-2019 l’incremento delle presenze nelle strutture agrituristiche sarde ha toccato il 27,2%: un risultato notevole se confrontato al +16,5% nazionale.
L’insorgere della crisi pandemica e l’adozione di misure restrittive alla libera circolazione delle persone ha inferto un durissimo colpo al turismo sardo.
Il bilancio del 2020, infatti, conta una riduzione delle presenze turistiche del 58,3% e, con riferimento al solo comparto agrituristico, la riduzione è stata del -44%, notevolmente superiore al dato nazionale (-34,4%).
Per il 2021, le prospettive sono sicuramente più incoraggianti. Infatti, le ultime statistiche ISTAT sui primi nove mesi del 2021 evidenziano un netto incremento delle presenze turistiche alberghiere ed extra-alberghiere nell’isola: +62,8% (contro il +22,3% nazionale). In particolare, rispetto ai livelli pre-crisi, il turismo nazionale ha recuperato in maniera decisa, con un gap rispetto al 2019 che non va oltre il 10,3%, mentre le presenze straniere, nonostante l’eccezionale incremento (131,8%), restano sempre pari a circa la metà rispetto ai livelli pre-crisi (54%).
“Esiste uno spazio enorme da colmare per cogliere tutte le straordinarie potenzialità inespresse dal sistema turistico isolano – commentano i vertici della CNA Sarda – occorrono strategie mirate di destagionalizzazione, internazionalizzazione, innovazione e diversificazione dell’offerta. In cima a tutte le priorità serve, però, definire una soluzione strutturale alla continuità territoriale aerea; ragionevole ritenere che con il progressivo superamento di difficoltà ed incertezze negli spostamenti nazionali e internazionali, il settore turistico tornerà a rappresentare uno dei principali motori di crescita dell’economia regionale, assegnando al comparto agrituristico un ruolo da non sottovalutare, come avvenuto negli scenari pre-crisi. All’origine del crescente apprezzamento per questa nicchia di mercato, infatti, c’è lo sviluppo del turismo esperienziale, molto di frequente declinato in chiave ambientale ed eno-gastronomica, ambiti strategici riconosciuti nelle politiche di rilancio individuate nel PNRR nazionale. Tra i vari segmenti di offerta, infatti, l’agriturismo è quello che più si presta ad offrire ai suoi ospiti un contatto diretto con un vissuto reale, quello di una azienda agricola, costituendo per sua natura un punto di osservazione privilegiato sulle tecniche di coltivazione tipiche e le tradizioni eno-gastronomiche locali”.
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