C’è il rischio che si crei una vera e propria concorrenza sleale delle lavanderie a gettone a danno degli esercizi tradizionali. Fino a configurare l’esercizio abusivo delle attività. È quanto denunciano i responsabili regionali di CNA Servizi alla comunità Abruzzo, secondo cui «mentre i normali esercenti di tinto-lavanderie sono tenuti, in base alle norme nazionali e regionali, a seguire un rigido protocollo nel rapporto con i clienti, e a certificare la presenza di personale qualificato da specifici corsi di formazione professionale, le attività di self service dovrebbero limitarsi alla semplice messa a disposizione dei clienti di apparecchiature, come lavatrici ed essiccatoi, utilizzati direttamente dai clienti, ed in ragione di ciò usufruiscono di vaste agevolazioni. Al contrario, vengono segnalati diversi casi in cui, all’interno di queste strutture, operano figure professionali con funzioni di assistenza ai clienti».
Un’assistenza, che a detta di CNA Servizi alla persona, si traduce in proposte integrative come l’attività di stireria o la consegna a domicilio dei capi: «Con i self service vogliamo mantenere rapporti di buon vicinato – concludono da CNA Servizi alla comunità – ma questo deve avvenire nel più stretto rispetto delle reciproche regole di comportamento».