“L’economia di Vittoria è all’anno zero. La serricoltura è alle corde, schiacciata dai debiti che derivano da costi di produzione troppo elevati e vendita del prodotto sotto costo. L’artigianato, insieme al piccolo commercio, sono immobilizzati da questa crisi. In particolare il comparto delle costruzioni, con tutto quelle che muove (mutui, progettazione, realizzazione, commercio di materiale, arredamento, etc.) sta vivendo una paralisi che dura già da qualche anno. Il turismo è il settore che potrebbe dare il via ad una rinascita, ma è ancora un miraggio, stenta a diventare realtà. Per fortuna c’è chi resiste, chi continua a credere nel territorio e nelle sue grandi potenzialità”. E’ l’analisi che arriva dalla Cna territoriale di Vittoria con il presidente Giuseppe La Terra e il responsabile organizzativo Giorgio Stracquadanio, che tracciano un quadro della situazione niente affatto lusinghiero anche se non manca qualche rimando alla speranza.
“Ci sono piccole imprese che ogni giorno combattono a viso aperto sulla frontiera della qualità e della competitività – dicono La Terra e Stracquadanio – ma sono costrette a confrontarsi con chi opera nell’illegalità più piena e totale. Acconciatori, estetiste, imprese del settore impiantistico (elettricisti, idraulici e altri), attività edili, autoriparazioni: da un lato chi opera tra mille avversità nella legalità, sopportando un carico fiscale che supera il 60% annuo; dall’altro chi svolge la stessa attività però totalmente in nero, senza versare un euro di tassa. Una competizione illecita che vede sempre e solo l’affermazione delle seconde sulle prime. Lo abbiamo detto più volte e lo ribadiamo: questa crisi ha affermato un concetto semplice. Rispettare le regole è da cretini. I piccoli commerciati di frutta e verdura sparsi per gli angoli della città sono solo la punta dell’iceberg, rappresentano la parte visibile del fenomeno. Esiste invece un sottobosco di attività commerciali e artigianali di grandezza significativa. Se non è pari a quelle che operano nella legalità poco ci manca.
La città “custode della legalità” sta diventando sempre più il luogo delle attività in nero, dove si lavora in nero, si produce in nero e si realizza un reddito nero. L’edilizia e l’impiantistica rappresentano i settori dove si registra una singolarità particolare: le attività illegali vengono a contatto con professionisti, imprese che commercializzano prodotti e risultano abbondantemente tollerate, anzi spesso godono di una “credibilità” che supera quella delle imprese legali. Come mai? Sono forse competitive nei prezzi? Pagano tutto e subito senza chiedere certificazione fiscale? Sarebbe interessante capire. La Cna territoriale di Vittoria pensa che sia arrivato il momento di mettere mano a questa evidente anomalia. E’ urgente avviare un tavolo tra organizzazioni sindacali e di categoria, ordini professionali, amministrazione comunale ed enti preposti al controllo per individuare in tempi brevi misure che permettano l’emersione di queste attività e ne contrastino la crescita. Rinunciare a ciò significa ammettere che illegalità e disonestà siano nei fatti elevate a nuovo modello di sviluppo di questo territorio”.