Amministrazioni più responsabilizzate con il nuovo Codice Appalti. Per bandire le gare, le Stazioni Appaltanti dovranno rispondere ad una serie di requisiti, fissati dall’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC). Le procedure diventeranno standardizzate, in modo da evitare fenomeni di corruzione o elusione della concorrenza. Allo stesso tempo, però, le Stazioni Appaltanti avranno poteri discrezionali per la valutazione delle imprese, cui faranno da contrappeso i controlli dell’ANAC. Le aggiudicazioni dovranno seguire il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, salvo alcune eccezioni in cui continua ad essere ammesso il massimo ribasso.
Stazioni Appaltanti. L’operatività delle Stazioni Appaltanti sarà proporzionale alla loro qualificazione. Questo significa che gli enti pubblici dovranno fare bandi di qualità e proporzionati alle loro capacità, mentre, ad esempio, non sarà più possibile per i piccoli comuni bandire gare di importo elevato.
L’ANAC valuterà la struttura organizzativa della Stazione Appaltante, la presenza di dipendenti con particolari qualifiche, i sistemi di formazione e aggiornamento del personale, il numero di gare bandite ogni triennio, l’adozione di misure per la prevenzione della corruzione, l’adozione di tecnologie telematiche e di sistemi per la sostenibilità ambientale, il numero di contenziosi in atto.
Sulla base di queste valutazioni, le Stazioni Appaltanti potranno gestire gare di complessità e importo commisurati alla loro organizzazione. Al di sotto dei 40 mila euro per i servizi e le forniture e dei 150 mila euro per i lavori, le amministrazioni saranno libere. Sopra questi importi, per operare in autonomia le Stazioni Appaltanti dovranno avere una certificazione dell’ANAC. In caso contrario si dovranno rivolgere ad una centrale di committenza.
Le SA avranno inoltre più potere discrezionale, controbilanciato però da maggiori controlli da parte dell’ANAC. Nello svolgimento delle gare non dovranno solo prendere in considerazione la partecipazione a un’organizzazione criminale, casi di corruzione, frode, reati terroristici, riciclaggio, lavoro minorile, illeciti fiscali e previdenziali, il rispetto della normativa ambientale, la presenza di eventuali fallimenti e procedure di insolvenza, ma anche comportamenti scorretti, tesi all’elusione delle regole sulla concorrenza, tentativi di corruzione e la presenza di conflitti di interesse.
RUP Il responsabile unico del procedimento (RUP) dovrà essere un dipendente di ruolo e possedere un titolo di laurea e competenza adeguati in relazione ai compiti per cui è nominato. Nelle gare per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura il RUP dovrà essere un tecnico.
Criterio di aggiudicazione delle gare In generale, le gare saranno aggiudicate secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Il massimo ribasso resta per i lavori di importo inferiore a un milione di euro, i servizi e le forniture con caratteristiche standardizzate e ripetitive. I servizi di ingegneria e architettura sopra i 40 mila euro dovranno essere sempre aggiudicati con l’offerta economicamente più vantaggiosa. Sopra il milione di euro il nuovo Codice Appalti prevede le procedure ordinarie di gara. Sotto i 40 mila euro saranno possibili gli affidamenti diretti. Tra i 40 mila e i 150 mila euro si utilizzerà la procedura negoziata previa consultazione di almeno tre operatori economici. Per i lavori da 150 mila euro a un milione si utilizzerà la procedura negoziata previa consultazione di almeno cinque operatori economici.
Programmazione delle opere Nella programmazione si useranno procedure standard, superando la Legge Obiettivo, strumento rivelatosi fallimentare insieme al collegato programma delle infrastrutture strategiche. Al suo posto ci sarà un Piano Generale Triennale. Le opere saranno scelte in base alla loro utilità ed inserite negli strumenti di programmazione, che assegneranno loro un tempo prestabilito per il completamento e un finanziamento certo. Tutte le opere seguiranno l’iter in Conferenza di Servizi e non ci saranno procedure speciali. Le uniche deroghe al codice saranno ammesse in caso di urgenza e pericolo per la pubblica incolumità, condizioni che renderanno possibile l’affidamento diretto dei lavori fino a 200 mila euro.
Débat public Il dibattito pubblico, cioè la consultazione preventiva delle comunità interessate dalla realizzazione delle opere, sarà obbligatorio per le infrastrutture con un impatto rilevante sull’ambiente, sulle città e sull’assetto del territorio. L’amministrazione aggiudicatrice dovrà convocare una conferenza di servizi alla quale parteciperanno le amministrazioni interessate e i comitati di cittadini. Il parere non sarà vincolante, ma dovrà essere considerato nella fase di definizione del progetto definitivo per evitare contenziosi e ritardi.
ANAC L’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) avrà una serie di compiti aggiuntivi. Dovrà emanare le linee guida e i bandi tipo per mettere a punto una regolamentazione leggera, semplice e autoapplicativa entro il 18 aprile 2016. Ci sarà inoltre una collaborazione con i Ministeri per evitare il pericolo di corruzione.
General contractor L’istituto del contraente generale subisce una profonda rivisitazione. Per farvi ricorso la stazione appaltante dovrà fornire un’adeguata motivazione, in base a complessità, qualità, sicurezza ed economicità dell’opera. Il contraente generale non potrà esercitare il ruolo di direttore dei lavori. Presso il MIT ci sarà un apposito albo nazionale cui devono essere obbligatoriamente iscritti i soggetti che possono ricoprire gli incarichi di direttore dei lavori e di collaudatore negli appalti pubblici aggiudicati con la formula del contraente generale. La loro nomina nelle procedure di appalto avviene mediante pubblico sorteggio da una lista di candidati indicati alle stazioni appaltanti in numero almeno triplo per ciascun ruolo.