In questo studio vengono presentate tavole di dati con disaggregazioni territoriali e settoriali elaborate utilizzando la base statistica Movimprese riguardante le imprese artigiane registrate negli Albi delle Camere di Commercio.
A dicembre 2017 le imprese artigiane registrate negli Albi delle Camere di Commercio erano 1.327.180, in diminuzione rispetto al 2016 di 15.209 unità (-1,1%).
La riduzione delle imprese artigiane verificatasi nel 2017 si inserisce in una dinamica ormai di lungo periodo. Dal 2009, infatti, la contrazione della base produttiva artigiana è stata continua ed è quantificabile in una perdita complessiva di 151.044 unità (-10,2%).
A livello locale, fatta eccezione per le province di Bolzano e Monza-Brianza, nelle quali tra il 2009 e il 2017 il numero delle imprese artigiane è aumentato rispettivamente del 2,2% e dell’1,7%, il calo delle imprese ha investito tutti gli altri territori, pur seguendo dinamiche differenti a livello settoriale. Rilevanti sono le perdite, in valore assoluto, nelle province di Torino (7.404 imprese artigiane in meno) e Bari (5.852 imprese artigiane in meno), mentre in termini percentuali le variazioni più ampie si sono registrate nelle province di Lucca (-21,6%), Crotone (-19,5%), Oristano (-19,0%) e Pesaro-Urbino (-19,0%).
A livello settoriale, in alcuni casi la diminuzione della base produttiva artigiana è stata determinata dalla crisi. È il caso della manifattura e delle costruzioni dove la caduta dell’attività produttiva ha investito l’intera base produttiva, in larga parte costituita da imprese artigiane. Purtroppo, la ripresa dell’attività economica consolidatasi nel 2017 ancora non si è riflessa in un aumento della base produttiva.
In altri casi, però, è stato soprattutto il modello artigiano a non avere retto all’impatto della crisi determinando così una diminuzione del numero delle imprese. Nel settore dei trasporti, ad esempio, a fronte di una riduzione ampia del numero delle imprese artigiane, si riscontra un aumento di quello delle imprese non artigiane. È verosimile che in questo contesto, la crisi abbia determinato una riorganizzazione del settore favorendo in particolare le imprese di dimensioni maggiori.
In questo studio si è scelto di considerare solamente il numero delle imprese registrate. Si tratta evidentemente di una informazione imprescindibile ma non in grado di spiegare in maniera esaustiva l’evoluzione dei settori produttivi nel nostro Paese.