Ritardi della Motorizzazione nella revisione dei veicoli pesanti, procrastinazione senza fine dei cantieri lungo diversi tratti autostradali della Penisola e mancanza di incentivi per la sostituzione del parco veicoli delle imprese di autotrasporto e trasporto persone sono le principali questioni riportate in un duplice documento consegnato dai rappresentanti di CNA Fita e CNA Meccatronici al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, in occasione del tavolo sulla sicurezza stradale tenutosi al Dicastero di Porta Pia.
A detta di CNA Fita, per migliorare le condizioni della viabilità importa assicurare da parte della Motorizzazione il rispetto dei termini di legge nell’eseguire le revisioni sui mezzi pesanti. Senza controlli tecnici, camion e bus non possono operare in sicurezza, con divieto di circolare in molti Paesi dell’UE. Così facendo il danno alla competitività delle imprese italiane del trasporto si fa enorme. È poi tempo di attuare l’archivio nazionale delle strade per una manutenzione programmata della struttura viaria ed un recupero in termini di efficienza della velocità commerciale media del Paese. Servono misure incentivanti per il ricambio in chiave green dei veicoli in dotazione alle imprese del trasporto merci e persone, interventi intesi a realizzare aree di sosta adeguate alle esigenze dei trasportatori e correttivi alle disposizioni vigenti sul Marebonus, che nel penalizzare le imprese dell’autotrasporto pongono un freno al trasporto via mare. In ultimo, caro-carburante e caro-noli marittimi costituiscono un costo di gestione aggiuntivo da calmierare, se si vogliono favorire gli investimenti delle imprese nell’ammodernare le proprie flotte, potenziando la sicurezza stradale.
Secondo CNA Meccatronici, ciò su cui urge mettere mano per elevare gli indici di sicurezza del nostro “apparato circolatorio” è il pericolosissimo stato d’impasse in cui verte il sistema delle revisioni dei mezzi pesanti a causa delle carenze di organico e degli scioperi interni agli uffici della Motorizzazione. Si propone, quindi, di riscrivere il decreto ministeriale del novembre 2021 attraverso il dialogo con le associazioni di mestiere più rappresentative. È il caso, anzitutto, di collocare i centri di controllo privati in una posizione di assoluta centralità nell’attuale assetto delle revisioni, poiché gli unici in grado di garantire sulla scorta dell’esperienza, della professionalità e della organizzazione aziendale requisiti di imparzialità ed efficienza. Sul piano pratico, invece, occorrono regole chiare e proporzionate al tipo di attività da svolgere per il rilascio della relativa autorizzazione sui mezzi pesanti. Appare, infine, opportuno che la effettuazione delle revisioni avvenga presso i locali a disposizione dell’officina autorizzata per il tramite dei propri ispettori dipendenti, sul virtuoso modello delle revisioni dei veicoli leggeri.