UEAPME, l’associazione europea dell’Artigianato e delle PMI, “bacchetta” la Commissione Juncker, per la scarsa attenzione e il mancato sostegno al mondo delle Pmi europee. E lo fa con una nota diffusa ieri alla stampa di tutti i Paesi, in cui sottolinea le tante belle parole spese “nei discorsi domenicali” a favore delle Pmi, che però non si sono tradotte finora in fatti concreti. Tanto che – si legge nella nota – “la Commissione europea ha tolto l’urgente revisione dello Small Business Act (SBA) dal suo programma di lavoro per il 2015”, quando invece dovrebbe “applicare il ‘test PMI’ più regolarmente, rendendo il principio del ‘Pensare prima in piccolo’ un principio vincolante nell’accordo inter-istituzionale per legiferare meglio”.
Lo Small Business Act è nato per creare condizioni favorevoli alla crescita e alla competitività sostenibile delle piccole e medie imprese europee. Il cosiddetto SBA si basa su dieci principi destinati a guidare la formulazione delle politiche comunitarie e nazionali, nonché su misure pratiche per la loro attuazione.
Le politiche, a partire da quelle comunitarie, dovrebbero tenere maggiormente conto del contributo delle PMI alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro.
La battaglia quotidiana dell’associazione europea, cui aderisce CNA, passa prima di tutto dalla richiesta alla Commissione Europea “di dare alle organizzazioni che rappresentano le piccole e medie imprese europee più rilevanza nei processi di consultazione pubblica”.
UEAPME chiede alla Commissione Juncker di “applicare più regolarmente il ‘test PMI’”, la metodologia europea che aiuta ad evitare un’inutile legislazione o una legislazione penalizzante nei confronti delle PMI. E infine, di “rendere il principio del ‘Pensare prima in piccolo’ un principio vincolante nell’Accordo inter-istituzionale per legiferare meglio”.