Non tutto è perduto, la ripresa è ancora possibile. Anche se soffiano venti gelidi sull’economia, le piccole imprese sono strangolate da fisco e credito e il passo dell’Italia sia sempre più lento rispetto a quello degli altri Paesi.
Ne è convinto il Segretario Generale della CNA Sergio Silvestrini che, in una intervista al Quotidiano Nazionale, invita a uscire da quello che chiama il pantano declinista nel quale il nostro Paese si è infilato. “L’Italia è come una Ferrari ferma ai box – sottolinea – della quale ormai non si percepiscono più nemmeno la cilindrata e la potenza. Ma ha un grande avvenire davanti a sé e non, come ironizzava Vittorio Gassman, dietro le spalle. Possediamo un potenziale di qualità e di energia di assoluto rispetto. Anche perché riteniamo che il motore di quella Ferrari siano proprio gli artigiani, le piccole e le medie imprese. Un motore pronto a tornare a ruggire. Purché qualcuno apra la porta del box nel quale è stata rinchiusa e realizzi una politica finalmente aperta alla logica d’impresa e allo sviluppo”.
Secondo Silvestrini l’esecutivo sa ascoltare ma, per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di crescita che il governo si era posto, la ricetta è un’altra. I problemi sono ben noti. “Hanno un nome e cognome – spiega – un carico fiscale tra i più alti del mondo, il divario Nord-Sud, i ritardi infrastrutturali, le difficoltà a coniugare correttamente l’innovazione al sistema produttivo. E soprattutto una burocrazia ferocissima, con ingenti costi diretti e indiretti, economici e umani: è possibile che per aprire una piccola impresa occorrano decine e decine di adempimenti, una via crucis tra una moltitudine di enti e migliaia di euro?”
Problemi non insolubili, però, purché – afferma Silvestrini – “siano affrontati in una logica programmatica energica e visionaria. Oppure rimarranno tutti sulle nostre spalle aggravando la distanza con i Paesi più dinamici. Serve quello che io chiamo progetto di medio termine per l’Italia”.