Fare più attenzione ai “numeri” del turismo, individuare proposte coordinate, abbandonare i campanilismi, adeguarsi (e in fretta) ai nuovi mezzi di comunicazione. Queste alcune delle concrete proposte uscite dal dibattito sull’innovazione nel turismo in Appennino organizzato ieri (lunedì 26 giugno), da CNA al castello di Sestola.
Una quarantina gli imprenditori, presente anche il sindaco di Sestola Marco Bonucchi, che per oltre due ore hanno discusso per cercare di trovare le soluzioni all’emorragia di turisti registrata dall’Appennino modenese. Non sensazioni, ma numeri fotografati dall’indagine di CNA Emilia Romagna sui viaggiatori europei under 40, una categoria che viaggia spesso in compagnia, e che vuole farlo durante tutto l’anno (62%), non solo in estate, offrendo quindi grandi opportunità alle mete non balneari, come la montagna appunto.
Booking (72%), AirBnB (51%) e Tripadvisor (50%) sono gli strumenti più utilizzati per organizzare il viaggio, per la cui organizzazione si fa ampio ricorso alle app. Tra le tipologie ricettive si predilige l’offerta alberghiera (45%), l’offerta di AirBnB (40%) e quella in B&B (37%), ma a parità di prezzo il 61% i giovani turisti preferiscono comunque l’hotel. E per mangiare? La preferenza (78%) va alle trattorie tradizionali, il tutto con un budget di spesa giornaliero che arriva a 155 euro. “Numeri alla mano, l’Appennino sembra avere grandi potenzialità – ha sottolineato Giuseppe Giaccardi, curatore dell’indagine – potenzialità che però sino ad oggi non ha saputo cogliere: tra il 2008 e il 2015 gli arrivi sui monti modenesi sono diminuiti del 31,9%, contro il -18% rilevato sull’intero appennino emiliano, e il +1,3% di Modena città d’arte”.
Giaccardi si è soffermato anche sulle ragioni di questo dato negativo: “l’assenza di un’offerta organica su tutte. In Emilia Romagna troviamo tante notizie sulle singole eccellenze, da quelle paesaggistiche a quelle agroalimentari, ma mancano percorsi organici e, nei rari casi in cui questi esistano, è estremamente difficile individuarli”.
Un punto che è stato colto dagli imprenditori presenti, in particolare da Fabrizio Brugioni, dell’agriturismo Il Cerro. “Dobbiamo abbandonare i campanilismi e smetterla di pensare che il nostro castello sia più bello degli altri. L’Appennino ha bisogno di Modena, dell’intero territorio, per presentarsi con un’offerta variegata, che, ad esempio, contempli alternative in caso di maltempo. Non so se una cabina di regia possa rappresentare una soluzione unica in questo senso. Certo sarebbe utile, se però funzionasse in modo diverso da quelle che si sono proposte sino ad oggi”.
C’è chi non ha mancato di rimarcare l’assenza di Modena da “Destinazione Emilia”, l’ente turistico che si sono dati 84 comuni dell’area di Parma, Piacenza e Reggio, ma d’altra parte è stato sottolineato come sino ad oggi Modena non sia stata capace di coordinarsi a livello provinciale.
“Questo è un primo elemento sui cui puntare – hanno sottolineato Claudio Medici e Emanuela Cargioli, rispettivamente presidente di CNA Modena e referente per il turismo dell’Associazione – e per questo organizzeremo altri incontri dedicati all’Appennino e a questo tema, nel tentativo di creare delle reti di imprese che dalla Bassa alle nostre montagne siano in grado di fornire un prodotto nuovo, come quello che cercano i nuovi viaggiatori europei. Così come organizzeremo seminari per promuovere l’utilizzazione dei nuovi mezzi di informazione, che possono essere determinanti nel catturare l’attenzione dei turisti”. In effetti, grande successo ha avuto anche l’intervento di Barbara Pederzini sulle azioni di web marketing che le imprese possono attivare per promuoversi e curare la propria reputazione, attività imprescindibile, visto che la stragrande maggioranza dei turisti oggi condivide sulla rete le proprie esperienze di viaggio, ed occorre sapere manutenere sia quelle positive che, soprattutto, quelle negative.