Le elezioni politiche del prossimo 4 marzo cadono in una fase trasformazione e profondo cambiamento che deve essere governata con politiche a misura delle micro e piccole imprese (il 99,4% dell’imprenditoria italiana), affinché l’Italia possa davvero consolidare ed irrobustire la ripresa economica in atto e guardare con fiducia al futuro.
Le nostre proposte a chi si candida a governare riguardano ambiti di intervento riconducibili ad interessi di carattere generale, di quelle componenti economiche e sociali del Paese che rappresentano l’anima dei territori, della creatività e del saper fare che ci rendono unici al mondo.
Ecco le nostre proposte in tema di lavoro, istruzione e formazione.
Le riforme del lavoro degli ultimi anni hanno conferito un assetto migliore alle norme in materia di lavoro del nostro Paese. Oggi possiamo contare su una maggiore flessibilità sia in entrata che in uscita e su una riduzione strutturale del costo del lavoro per i primi tre anni di assunzione. L’introduzione del salario minimo legale nel nostro ordinamento sarebbe la risposta sbagliata al problema del lavoro nero e dell’odioso fenomeno del dumping contrattuale. Il salario è sempre definito dalla contrattazione collettiva nazionale. Piuttosto si dovrà:
- permettere alle imprese di poter adattare i tempi e gli orari di lavoro all’evoluzione dei ritmi e delle tecniche e di dover modellare le mansioni contrattuali all’evoluzione delle competenze e dei ruoli;
- far fronte alla mancanza di competenze adeguate, essenziali in un’economia in cui la conoscenza occupa un posto rilevante. Una particolare attenzione va rivolta alle tematiche dell’istruzione e della formazione, incentivando l’alternanza scuola/lavoro in tutte le sue forme ed investendo su ITS e lauree professionalizzanti, votate ad un reale inserimento nel mondo del lavoro.