Sembra non essersi accorta delle potenziali disastrose conseguenze del provvedimento che ha approvato la commissione Bilancio della Camera, che ha dato il via libera ad un emendamento alla Legge di Stabilità che introduce il principio, limitato all’anno 2016, della trasformazione facoltativa delle detrazioni, relative alle spese per la riqualificazione energetica dei condomini, in crediti d’imposta cedibili alle imprese che realizzano i lavori.
Questo, nel dettaglio, il testo dell’emendamento Borghi 6.77 (Capogruppo PD Commissione Ambiente) che prevede: Al comma 41, lettera a), aggiungere, in fine, il seguente periodo:
dopo il comma 2-bis, è inserito il seguente:
«2-ter. Per le spese sostenute dal 1o gennaio 2016 al 31 dicembre 2016 per interventi di riqualificazione energetica di parti comuni degli edifici condominiali, i soggetti di cui all’articolo 11, comma 2, all’articolo 13, comma 1, lettera a) e comma 5, lettera a), del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in luogo della detrazione di cui al comma 1, possono optare per la cessione del corrispondente credito ai fornitori che hanno effettuato i predetti interventi, con modalità da definire con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate, da emanare entro 60 giorni dall’entrata in vigore della presente legge».
“È un emendamento pericoloso – ha dichiarato Carmine Battipaglia, Presidente Nazionale di CNA Installazione Impianti – i cui effetti avranno pesanti risvolti negativi sulla già scarsa liquidità delle imprese. Invece di dare stabilità temporale all’Ecobonus ed alle detrazioni fiscali sulle ristrutturazioni edilizie –prosegue Battipaglia – si allungano all’infinito i tempi di pagamento per le imprese che ora, grazie all’emendamento approvato, si vedranno riconoscere i propri crediti in 10 comode rate annuali”. E dopo anni in cui il rapporto tra imprese e credito è stato a dir poco problematico, non è proprio questo il genere di provvedimento che serviva.
La norma, inoltre, secondo le prime valutazioni dell’Ufficio Politiche Fiscali della CNA sembra sbagliata anche dal punto di vista tecnico. Le imprese non possono effettuare lo sconto dei crediti fiscali in quanto questa operazione può essere svolta solo dagli intermediari finanziari. La cessione della rendita decennale all’impresa, infatti, renderebbe conseguente l’attività di sconto delle rate di credito che l’impresa stessa maturerebbe nel decennio successivo. Tutta la disciplina connessa alla cessione del credito, inoltre, ha effetti sul bilancio dello Stato e decisioni in merito non possono certo essere demandata ad un provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate.
La cessione dei crediti d’imposta alle imprese, senza alcun limite riferito alle imposte mediamente dovute dall’impresa, potrebbe inoltre determinare una situazione cronica creditoria dal punto di vista fiscale che obbligherebbe le imprese a ricorrere al risconto dei crediti fiscali ceduti dai clienti presso le banche che, a quel punto potrebbero applicare tassi al limite dell’usura: “In pratica le imprese sarebbero nelle mani del settore bancario – accusa il Presidente degli impiantisti CNA – con tutte le rovinose conseguenze del caso. Se a qualcuno fosse venuto in mente di domandarsi a chi giova questo sciagurato emendamento, la risposta è sotto gli occhi di tutti”.