Ammonire Maradona, Falcao o Platini. Avvolgere nell’oro la principessa Rania di Giordania o i grandi della Terra e nei weekend andare a ballare il liscio. Tutto nella stessa vita. “La mia è una storia bellissima – ammette Aurelio Franchi, 76 anni – sono stato fortunato, ma ho avuto anche delle buone idee”.

Un passato glorioso da arbitro professionista, cinque anni in serie A, fino al 1984, a mettere in riga giocatori del calibro di Maradona, Falcao, Zico, Platini, Mazzola e Facchetti. “Era un mondo molto diverso da quello di oggi – racconta Franchi -. L’arbitro non aveva bisogno di gonfiare il petto, era rispettato e c’era un bel dialogo con i giocatori. Ho dovuto lasciare per limite d’età, ma per fortuna c’era Caterina”.

Caterina è la compianta moglie, grazie alla quale, terminata una carriera dorata, Aurelio ne ha iniziata un’altra, dorata nel vero senso della parola.

“Arezzo è la città dell’oro e qui tutti producono gioielli – continua – mia moglie era bravissima a fare lo stampato, così per qualche anno abbiamo fatto i terzisti, ma volevo produrre qualcosa che ci rendesse unici, diversi da tutti gli altri. Ho iniziato a girare per fiere e fare ricerca, una ricerca interminabile, che continua ancora oggi”.

Poi un giorno a San Benedetto del Tronto, l’intuizione: “Vidi una signora di 90 anni che faceva centrini con un vecchio telaio, con me avevo delle collanine d’oro e le chiesi se si potevano utilizzare per tessere. Da lì nacque il nostro tessuto d’oro. Siamo gli unici al mondo a produrlo e realizziamo interamente noi tutto il processo: dal lingotto alle lastre ai fili d’oro, utilizzati in telai dell’800 appositamente restaurati. Produciamo collane, bracciali, orecchini, ma anche capi d’abbigliamento, è un vero e proprio tessuto, come la lana o la seta”.

Un tessuto apprezzato in tutto il mondo, tanto che Berlusconi quando era presidente del Consiglio ordinò delle cravatte d’oro per tutti i componenti del G8 e la principessa Rania di Giordania è amante di uno dei prodotti di punta della Italian fashion di Franchi: lo scialle d’oro.  “Pesa circa 1,2 kg e costa 70 mila euro – spiega Franchi – abbiamo realizzato anche un bustino di un abito da sposa, nemmeno il tempo di sfilare che l’avevamo già venduto. I Paesi in cui lavoriamo sono per l’80% i Paesi arabi, l’India e l’Oriente”.

Eccellenza del Made in Italy, realizzata grazie a 18 dipendenti, “che abbiamo formato noi – spiega il signor Aurelio – perché non esistono scuole, è creatività che cresce con l’esperienza”. Mani sapienti, come quelle della signora Caterina (molti prodotti hanno il suo nome), che ancora oggi realizzano un prodotto unico, che non ha risentito della crisi, anzi.

“Abbiamo un fatturato di un milione di euro. Non mi posso proprio lamentare – conclude Franchi – ora nell’impresa sono entrati i miei figli e la stanno gestendo benissimo. Io? Ancora non so cosa farò grande”.