Aprire una salumeria vegana nella “terra della ciccia”, la Toscana, e per di più nel locale che per anni ha ospitato la macelleria storica del paese. Ad avere cotanto coraggio è stato Fabio Messana, 34enne di Montemurlo, in provincia di Prato, e naturalmente vegano. “Ho voluto sfatare le due accuse che ci vengono mosse più spesso: che il veganismo distrugge le tradizioni alimentari locali e che provoca perdita di posti di lavoro. Il nostro è un prodotto realizzato con le stesse tecniche, macchinari e ambienti di una normale salumeria e punta proprio a ricreare prodotti tipici toscani, realizzati in maniera rigorosamente artigianale. Si tratta di un’evoluzione, secondo me, inevitabile”.

“Praticamente non ho mai mangiato carne e derivati animali – racconta Fabio – mio padre è vegano da vent’anni, quando ancora non era una ‘moda’. Per quasi dieci anni sono stato contitolare di un ristorante-pizzeria, dove si mangiava di tutto, finché un giorno ha detto basta, per questioni di coerenza. Per me è una scelta etica prima di tutto, ma il mio stile di vita può essere seguito o meno, non va imposto, sta alla coscienza di ognuno”.

Già nel ristorante, insieme al padre, Fabio aveva iniziato a produrre prototipi di salumi vegani e pseudo mozzarelle per pizze e così, una volta venduto il ristorante, ha fatto la grande scommessa e ha aperto “Vegan delicious”, la prima salumeria artigianale vegana – assicura – d’Europa.

“Tra le varie opzioni, abbiamo scelto il locale dell’ex macelleria storica del paese – continua – lasciando intatte alcune parti, proprio per mantenere gli ambienti e il know how. I nostri prodotti, infatti, sono fatti con la stessa tecnica di produzione dei salumi, a cambiare non è il mestiere ma la materia prima”.

E così, al posto della carne, ci sono patate, barbabietole rosse, cipolla e pomodoro. I prodotti finora disponibili sono un salume ai semi di finocchio, sulla falsariga della finocchiona, un salume con macis e pistacchio intero a ricordare la mortadella, un salume pressato per i carpacci come la bresaola o un salume al peperoncino, come il salamino piccante. Tutto realizzato artigianalmente, con olio d’oliva biologico, speziato, stagionato e chiuso a mano come gli affettati tradizionali.

Ma come hanno reagito nella “terra della ciccia”? “Ci sono molto pregiudizi sui vegani e spesso per colpa dei vegani stessi – ammette Fabio – chi si ferma ai pregiudizi nemmeno assaggia, chi li supera, rimane sempre piacevolmente stupito. A livello locale non abbiamo un enorme riscontro, lavoriamo molto bene invece a livello nazionale, grazie all’e-commerce e al network “Vegan ok”, la più grande rete di certificazione italiana vegana”.

“Tramite il nostro commerciale, siamo riusciti a vendere i nostri prodotti a una macelleria di Rimini e il prossimo obiettivo è la grande distribuzione. L’interesse è alto – conclude Fabio – la direzione sarà inevitabilmente quella. Gli attuali ritmi di sfruttamento del pianeta non saranno sostenibili a lungo, a noi piacerebbe far comprendere anche questo con i nostri prodotti, ma ognuno è libero di avere lo stile di vita che preferisce, anche di continuare a dire ‘a me mi garba la ciccia’”. 

Puoi leggere gli altri racconti di quotidiano ingegno su CNAStorie

Tag: