Ama il caffè e ha una passione per i rifiuti, o meglio, per quello che dai rifiuti si può estrarre: una seconda vita fatta di energia, sostanze e materiali. E unendo queste due passioni, Francesca Lovato, 36 anni, ha concepito i primi pellet italiani al caffè. Più economici e sostenibili di quelli ricavati dal legno, prodotti a km zero, senza bisogno di abbattere alberi e, in più, all’aroma di caffè.
Francesca ha una laurea in ingegneria ambientale. “Cercavo un percorso capace di fornirmi una ‘cassetta degli attrezzi’ – spiega – per trovare soluzioni con le risorse che si hanno a disposizione. Inoltre, sono sempre stata attenta all’ambiente e volevo fare un lavoro che migliorasse anche il luogo dove vivevo”.
Ma è la tesi, in Germania, che segna la strada di Francesca: “Ho studiato i loro metodi di trattamento dei rifiuti e in una discarica vicino a Lipsia mi sono trovata davanti ad un tipico paradosso italiano. Ogni giorno arrivavano 150 mila tonnellate di rifiuti nostrani. Pagavamo per differenziarli e pagavamo per ricomprare l’energia prodotta dai nostri stessi rifiuti. Perché quello che per gli altri è possibile per noi è impossibile?, mi sono chiesta”.
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