Nel 2014 nel Piceno è arrivata un po’ di nuova occupazione grazie anche alle piccole imprese artigiane con titolare straniero. È l’analisi fatta dalla CNA di Ascoli incrociando i dati del movimento delle imprese, curato dalla Camera di Commercio, e quelli dell’imprenditoria straniera sul territorio, curata dal Centro studi della CNA delle Marche. Una risorsa, dunque, quella dell’imprenditoria “immigrata” purtroppo ancora troppo poco radicata nel Piceno, visto che la provincia resta fanalino di coda delle Marche per quanto riguarda gli imprenditori stranieri che avviano un’attività artigiana o commerciale: sono 1.685 in tutto il Piceno, contro i 1.820 di Fermo, i 3.620 di Macerata, i 3.694 di Pesaro e i 3.889 di Ancona. “Queste imprese – è la posizione del presidente della CNA di Ascoli, Luigi Passaretti – vanno incentivate perché non solo portano ricchezza ma sono anche un forte elemento di integrazione e un possibile ponte per tutto il nostro sistema produttivo riguardo ai paesi di origine di questi imprenditori”.
“All’inizio di quest’anno – aggiunge Francesco Balloni, direttore della CNA di Ascoli – il saldo fra le aperture delle nuove imprese e le chiusure è stato ancora purtroppo negativo. L’ultimo rapporto di Infocamere recita, infatti, 310 aperture e 352 cessazioni. L’imprenditoria straniera ha fatto registrare invece un saldo positivo di 29 imprese. Numeri non grandissimi ma non da trascurare visto la grave e perdurante crisi che stiamo vivendo”. Impulso positivo ancora più evidente se si considera il fronte occupazionale. Con un decremento dello 0,4 per cento (sempre nell’ultimo trimestre 2014 rispetto al trimestre dell’anno precedente) piccola e microimpresa ha lasciato sul campo qualcosa come 1.474 unità lavorative: fra titolari di’impresa e dipendenti. Le imprese guidate da stranieri hanno, per contro (sempre nello stesso periodo di riferimento) portato a casa 251 nuovi posti di lavoro.
“Altro dato significativo – aggiunge Sandra Gouveia, presidente provinciale di CNA Benessere e Sanità, oltre che lei stessa imprenditrice straniera che opera nel Piceno nel settore dell’estetica – sia il fatto che in dieci anni le attività guidate da imprenditori stranieri sono più che triplicate, sia il fatto che se dieci anni fa l’85 per cento degli occupati di queste imprese erano persone originarie del paese dell’imprenditore, nel 2014 queste imprese hanno attinto per quasi il 35 per cento della loro forza lavoro fra le maestranze italiane. E questo perché si sono integrate e radicate rendendo quasi superflua la catalogazione, che penso faremo ancora per poco, di imprese con titolare straniero”. Fra queste imprese il più alto impulso di nuove aperture il settore del commercio che assorbe da solo oltre il 50 per cento del numero complessivo di queste realtà produttive. Seguono, distanziati, i settori dell’edilizia e il manifatturiero.