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L’incertezza congela consumi e investimenti in Italia. Lo dice il Fmi

L’incertezza congela consumi e investimenti in Italia. Lo dice il Fmi

L’incertezza congela consumi e investimenti in Italia. Lo dice il Fmi

L’incertezza sulla politica di bilancio resta il tratto che caratterizza l’Italia con l’effetto di frenare la domanda interna e gli investimenti. E’ quanto indica il Fondo Monetario Internazionale nell’aggiornamento delle previsioni economiche globali. Il quadro macroeconomico della penisola viene confermato per l’anno in corso con un Pil sostanzialmente piatto (+0,1%) mentre il Fmi lima al ribasso le previsioni per il 2020 dallo 0,9% allo 0,8%. In un quadro globale non esaltante le nuove stime del Fmi confermano i tassi di crescita dell’area euro per il 2019 (+1,3%) mentre per il 2020 il tasso di crescita è previsto in lieve miglioramento dall’1,5% all’1,6%.

In decisa accelerazione la Spagna. Gli analisti del Fmi hanno alzato le stime di crescita per il 2019 di 0,2 punti percentuali al 2,3% e confermato quelle per l’anno prossimo all’1,9%. Il miglioramento della Spagna è determinato dall’accelerazione degli investimenti nei primi mesi dell’anno e dalla contestuale debolezza delle importazioni.

A livello globale l’economia risente delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e del permanere dell’incertezza sulla Brexit. Il Fmi taglia dello 0,1 le stime per il 2019 e il 2020 (rispettivamente 3,2% e 3,5%). Per gli Stati Uniti l’accelerazione dei primi mesi dell’anno porterà a un miglioramento del tasso di crescita del Pil al 2,6% rispetto alla stima del 2,3% dell’aprile scorso. Nuovo taglio delle stime per l’economia della Cina (-0,1 punti in 2019 e 2020) ora accreditata di un +6,2% per l’anno in corso e +6% per il 2020, ai minimi da quasi 30 anni.

Il Fmi sottolinea che i rischi al ribasso per l’economia globale si sono intensificati rispetto ad aprile, in particolare per le tensioni commerciali che influiscono negativamente sul clima di fiducia e sugli investimenti. Al tempo stesso aumenta l’avversione al rischio e le pressioni deflazionistiche che pesano sul costo del debito.

 

 

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