E’ cresciuto in provincia di Ravenna, ma ha inventato un’app, Getcoo, che riconosce e racconta i monumenti di tutto il mondo. “Sogno che diventi lo Shazam (l’app che fornisce il titolo di una canzone dopo l’ascolto delle prime note), delle opere d’arte, ma questo è solo l’inizio”, promette Stefano Berti, 39 anni. Perché, se da un lato l’applicazione guarda al mondo della ricezione e dell’organizzazione di eventi, dall’altro strizza già l’occhio a settori come la meccanica, la ricambistica e la documentazione tecnica. Tutto, semplicemente, scattando una foto.

Berti si diploma all’istituto tecnico e sviluppa una passione, che coltiva da autodidatta, per il mondo dell’informatica. Diventa sistemista e amministratore di rete di varie società, tra cui una multinazionale americana, finché nel 2014 va in visita dal fratello Claudio, che si trova a Chicago per motivi di studio. E lì, in una giornata passata a fare i turisti che si imbattono in un monumento a entrambi sconosciuto. “L’idea è nata così – spiega Berti – ‘quanto sarebbe bello avere un’app che scattando una semplice foto ti raccontasse il monumento che hai davanti’, ci dicemmo”. E dal dire al fare questa volta c’è stato di mezzo il creare: Stefano in pochi mesi inventa un algoritmo che applicato a uno smartphone permette il riconoscimento fotografico di monumenti e opere d’arte.

E così nel 2015 spicca il volo Getcoo. “Il nome deriva da ‘coo’ il verso del piccione in inglese – continua Stefano – perché è come se fosse lui a raccontarti il monumento su cui è posato”.  A fondare l’omonima start up sono i due fratelli Berti, che…

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