L’economia italiana non riesce a liberarsi dalla stagnazione e si avvia a chiudere un 2019 con la crescita a ritmi marginali e una frenata anche per gli investimenti che riflette un clima di fiducia da parte delle imprese in costante deterioramento. Il quadro disegnato dall’Istat sulla congiuntura del Paese si conferma a toni plumbei e le prospettive per l’anno prossimo non indicano un sensibile miglioramento. Rimane la necessità di un profondo cambiamento di rotta per dare slancio e vigore alla crescita.
Per il 2019 l’Istat conferma la previsione di un Pil in crescita dello 0,2% mentre per l’anno prossimo è prevista una lieve “accelerazione allo 0,6%, sostenuta dai consumi e dagli investimenti”. Nel 2019 gli investimenti fissi lordi mostrano un marcato rallentamento. La dinamica resta positiva con un aumento del 2,2% ma in decisa frenata rispetto al 3,2% dell’anno scorso. Preoccupante la previsione di una ulteriore frenata l’anno prossimo. “Nel 2020 – afferma l’Istat – non si andrà oltre l’1,7%. La decelerazione è guidata principalmente dalla crescita contenuta della componente macchinari. Il trend degli investimenti risente negativamente della lenta crescita del commercio mondiale solo in parte compensata dalla reintroduzione degli incentivi per iper e super ammortamento e dal perdurare di una politica monetaria espansiva da parte della Bce”.
Dalla fotografia dell’Istituto statistico viene confermato un contenuto miglioramento del mercato del lavoro con il tasso di disoccupazione in calo al 10% per l’anno in corso e al 9,9% previsto per il 2020. Nei prossimi mesi si conferma “il proseguimento della fase di miglioramento dell’occupazione ma con un’intensità più contenuta”. L’aumento dell’occupazione è previsto allo 0,7% per il 2019 e l’anno prossimo e si accompagnerebbe a una crescita del monte salari e a un miglioramento delle retribuzioni lorde per dipendente, rispettivamente +0,7% e +0,6% nel 2019 e nel 2020.