Majorette? Fino a qualche anno fa in Italia era un termine legato soprattutto alla tradizione bandistica e popolare e non come all’estero una disciplina sportiva vera e propria. Da un paio d’anni invece, anche l’Italia è entrata nel circuito delle competizioni internazionali e con essa è nata l’esigenza di adeguare l’abbigliamento stesso alle performances. Non più abiti rigidi da gendarmeria, tipiche delle uniformi militari, ma vestiti tecnici che permettessero alle atlete un corretto movimento. Come farlo senza dimenticare che siamo il Paese portatore dello stile nel mondo? Di quello che tutti conosciamo come ‘Made in Italy’?
Qualcuno ci è riuscito e per di più non avrebbe mai immaginato di farlo, dato che i suoi studi sono stati di ingegneria edile. Parliamo di Luca Cristofori, romano di nascita ma con origini nel viterbese, si definisce scenografo, anzi carrista. “Il mio approccio è stato fin da subito di tipo sperimentale perché nessun altro prima di me si era cimentato in un’impresa simile: bisognava realizzare degli abiti che permettessero alle atlete di realizzare le loro coreografie, senza dimenticare lo stile della tradizione italiana. Tutto è nato da quest’idea e lì è nata la mia professione”.
Il lavoro di Luca nasce per caso: poco più di due anni fa stava sperimentando l’utilizzo della lycra nel settore scenografico quando viene contattato dalla Federazione italiana majorette per la realizzazione dei loro abiti da gara. “Da subito mi sono messo a pensare a come avrei potuto dare il mio contributo sia artistico che pragmatico a queste ginnaste. C’era bisogno di integrare l’immagine della tradizione, che è quasi militaresca, alla comodità di un capo sportivo. Non perdendo però di vista la personalizzazione e lo stile” – racconta Luca.
La sfida era interessante e lui l’accettò senza indugi. Il risultato? Dal 2017 ha un laboratorio di quasi 80 mq a Caprarola (VT) dove progetta, crea, digitalizza e confeziona capi d’alta moda da portare in tutto il mondo, nelle gare delle majorettes.
Di aziende che confezionano body ce ne sono tantissime in Italia, quello che contraddistingue il suo laboratorio è l’unicità del prodotto. “Lavoro unicamente su commissione, su misura, su stock che non superano i 25 pezzi – ci tiene a precisare Luca. “Le mie produzioni sono esclusive e personalizzate. Non vengono mai replicate. Sono, in pratica, pezzi unici”.
Quello che a prima vista potrebbe sembrare accessorio, un dettaglio di poco conto come l’abbigliamento, in realtà è uno degli elementi principali di questa disciplina. “Ogni categoria prevede l’uso di un determinato attrezzo, che sia il bastone, i pom- pon o altri ancora, e ha quindi bisogno di una adeguata mise a supporto dell’ esercizio coreografico. E poi, anche alla tenuta che le atlete indossano viene attribuito un punteggio durante le gare”.
Grazie alla sua passione, allo studio continuo di tessuti, materiali e dei movimenti stessi delle atlete in gara, Luca è arrivato a brevettare la prima calza al mondo specifica del settore majorette. “È un ambito nuovo e in continua evoluzione – prosegue Luca – sono sempre alla ricerca di nuovi spunti stilistici ma anche tecnici legati a questa disciplina sportiva”.
Luca veste ad oggi quasi tutte le squadre italiane ed esporta in 21 nazioni. “Accompagno la nazionale italiana nelle competizioni in giro per il mondo, sono sempre dietro le quinte in caso serva attaccare un bottone all’ultimo minuto… sono sempre vicino alle atlete, è quello che mi contraddistingue e mi differenzia dalla altre aziende”. Probabilmente è anche per questo che nel 2016 il team della nazionale italiana di Majorette ha voluto ringraziare Luca scegliendolo come porta bandiera al campionato mondiale che si è tenuto a Porec, in Croazia. È stata la prima volta che una persona, che non sia un atleta, ha rappresentato il team. Un grande onore per me, una grande opportunità e responsabilità” afferma Cristofori.
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