Un danno alle “Imprese vere”, un rischio per i consumatori, un problema per lo Stato e le amministrazioni locali. È quanto produce il fenomeno dell’abusivismo.
È un fenomeno che ha dimensioni preoccupanti e che colpisce con forza anche l’area metropolitana di Bologna. Solo nel settore del benessere (acconciatori ed estetisti) CNA stima che gli abusivi rappresentino circa il 30% dei regolari, quindi considerando che le imprese in regola sono oltre 2200, potrebbero essere altri 600 i soggetti che esercitano irregolarmente l’attività. Sempre nel settore benessere, uno dei più colpiti dal fenomeno, si può stimare nell’area metropolitana bolognese un sommerso di oltre 7 milioni di euro all’anno e un’evasione di imposte e contributi pari a circa 3 milioni.
Ma l’abusivismo riguarda molti altri settori del commercio e dell’artigianato: dall’alimentare all’edilizia, dall’autoriparazione alla fotografia.
Proprio per contrastare questo fenomeno, CNA questa mattina ha firmato un protocollo con la Città Metropolitana di Bologna e 32 Comuni bolognesi:
Bologna; San Lazzaro e Ozzano (Unione Valli del Savena-Idice); Porretta Terme, Lizzano in Belvedere, Granaglione, Camugnano (Unione Alto Reno); Casalecchio di Reno, Zola Predosa, Valsamoggia, Monte San Pietro (Unione Valli Savino Reno Samoggia); Castel Maggiore, Bentivoglio, Argelato, San Giorgio di Piano, Castello d’Argile, San Pietro in Casale, Pieve di Cento, Galliera (Unione Reno Galliera); Baricella, Granarolo dell’Emilia, Minerbio, Castenaso, Malalbergo, Molinella (Unione Terre di Pianura); Anzola, Calderara di Reno, Sala Bolognese, San Giovanni in Persiceto, Sant’Agata Bolognese, Crevalcore (Unione Terre D’Acqua); Medicina (Nuovo Circondario Imolese).
Questi Comuni si aggiungono ai 15 che avevano già firmato lo stesso protocollo nel luglio 2014. Praticamente tutta l’area metropolitana bolognese con Cna ha dichiarato guerra all’abusivismo.
Due gli obiettivi dell’iniziativa “Imprese vere”: il primo è quello di sensibilizzare i cittadini sui rischi che corrono quando non si rivolgono ad un’”impresa vera”: quella che rispetta le regole fiscali, igienico sanitarie ed urbanistiche; che opera per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro e la tutela del cliente; che investe in qualità e formazione del personale, per fornire ai cittadini-clienti la massima professionalità e competenza.
Il secondo obiettivo è contrastare con efficacia l’abusivismo: i Comuni firmatari si impegnano ad adottare specifici provvedimenti che rendano efficace il divieto di offerta dei servizi e dei prodotti abusivi o irregolari su tutto il territorio comunale.
La CNA firmando questo protocollo si impegna ad articolare nei prossimi mesi una campagna informativa insieme ai suoi associati in cui si invitano i cittadini ad utilizzare solo imprese regolari. CNA ha già istituito presso la propria sede provinciale un punto raccolta delle segnalazioni di eventuali attività abusive o irregolari. Segnalazioni che possono essere inviate ad un indirizzo mail creato appositamente, stopabusivismo@bo.cna.it. CNA provvede a girarle ad uno sportello specifico dei Comuni, purché queste segnalazioni siano “qualificate”, ovvero non siano anonime e siano documentate quando citano comportamenti omissivi, elusivi ed evasivi delle vigenti disposizioni legislative e regolamentari.
Ma chi è l’”abusivo” che fa concorrenza sleale alle “imprese vere”? Può essere un abusivo totale, chi ad esempio esercita l’attività in casa propria oppure in casa del cliente senza avere una sede fissa, senza essere iscritto né all’ufficio Iva né alla Camera di Commercio.
In genere sono persone che non hanno la qualifica richiesta ed esercitano senza osservare le precauzioni di igiene e di sicurezza previste e con prodotti non controllabili. Quindi oltre che all’evasione di tasse e contributi, questi soggetti costituiscono un pericolo perché possono provocare malattie derivanti dalla scarsa igiene degli strumenti e dei locali utilizzati, possono usare e vendere prodotti che causano pericoli alla salute, possono mettere a rischio la sicurezza del cliente.
Accanto agli abusivi totali ci sono anche gli “irregolari” cioè coloro che pur aprendo l’attività con partita Iva e iscrizione alla Camera di Commercio non rispettano completamente le norme riguardanti il settore.
Per questo CNA vuole intensificare anche il colloquio con i consumatori finali dicendo loro di fare attenzione perché generalmente, dietro a prezzi molto bassi dei servizi, si nascondono fenomeni di irregolarità generale. CNA si attiverà, in collaborazione coi Comuni firmatari, per individuare possibili fasce di cittadini particolarmente deboli alle quali offrire servizi di estetica ed acconciatura a prezzi scontati, durante giornate ed orari da convenire con le imprese stesse.
Dopo la firma dello scorso luglio coi primi 15 Comuni, alcuni effetti concreti si sono già prodotti nei territorio coinvolti. Sono stati elevati verbali e ordinanze di chiusura locali, soprattutto nel settore acconciatura ed estetica, in quanto sono state riscontrate attività irregolari. Gli sportelli Suap e le Polizie Municipali controllano le nuove pratiche di apertura attività presentate, in particolare la validità/veridicità del requisito professionale e sono stati riscontrati diversi casi di attestati falsi.
Dal canto suo CNA ha gestito numerose segnalazioni arrivate a stopabusivismo@bo.cna.it e ha organizzato incontri tra le imprese e Sindaci, Ausl, Comandanti dei vigili e della Guardia di Finanza in molti Comuni firmatari.
“In un momento di crisi drammatica per gli artigiani e le piccole e medie imprese – ha spiegato questa mattina Cinzia Barbieri, Segretario CNA Bologna – tutelare l’imprenditore e il professionista che agisce nel pieno rispetto della legalità, è un modo efficace per sostenere tutta l’economia del territorio. Contrastare l’abusivismo è un modo concreto per difendere la salute, la sicurezza e la qualità del servizio per il consumatore”.