Dal ruolo del territorio per lo sviluppo economico, all’importanza della legalità. E ancora: le esperienze concrete in settori strategici, come la moda e l’agroalimentare. Una full immersion di sostenibilità è stata il filo conduttore del Green Social Economy Summit: oltre 50 relatori e, soprattutto, una visione comune da parte di mondi anche molto diversi tra loro (imprese, ambiente, esperti etc) sull’importanza di perseguire un futuro sostenibile. Per la CNA, che ha partecipato agli incontri, non solo una questione di condivisione dei principi della sostenibilità, ma una partita strategica che le piccole imprese sono pronte a cogliere.

Di fronte alla tendenza a vedere le questioni più spinose (come l’emergenza rifiuti o le carenze infrastrutturali), si tende a dimenticare che il nostro territorio è ricco di aree di interesse strategico e vanta un patrimonio artistico e culturale unico al mondo.

Sfruttando questi fattori, e puntando sul nostro saper fare e sulla qualità delle nostre imprese, possiamo reggere alla competizione globale, anche in un momento storico e geo-politico complicato come quello che stiamo vivendo.

Ne sono un esempio le esperienze positive che vantano molte nostre imprese che, puntando sulla qualità, sul made in Italy, sul green, sono cresciute anche negli anni della crisi.

Lo dimostrano le start up premiate lo scorso anno da CNA nella prima edizione del Premio Cambiamenti.

Nel corso del Festival si è parlato dell’importanza delle alleanze: si vince solo se si riesce a coinvolgere il nostro sistema produttivo nel suo complesso, ma serve un impegno concreto a livello politico, per creare le condizioni necessarie affinché l’Italia possa percorre un modello di sviluppo sostenibile e crescere grazie ad esso.

Antonio Franceschini, responsabile ufficio promozione e mercato internazionale CNA: “Attenzione al territorio e agli stili di vita sani sono una tendenza inarrestabile e il Made in Italy dovrebbe cavalcarli. Il Made in Italy ha tutti i requisiti del successo: il virtuosismo creativo, le competenze manifatturiere, la capacità di emozionare”. Franceschini ha poi aggiunto: “Made in Italy è leva per competere nel mercato globale, anche alla luce dell’attuale contesto geopolitico”.