(dati Siteb pubblicati su Edilizia e Territorio)
Nuovo record negativo per il consumo di asfalto (conglomerato bituminoso) in Italia, sceso nei primi quattro mesi del 2017 del 4,7%, dopo aver già toccato il minimo storico a fine 2016 (23 milioni di tonnellate contro i 45 milioni del 2006). In quella che solitamente rappresenta la stagione delle manutenzioni (maggio-settembre), al momento i lavori tardano a sbloccarsi, le buche continuano ad aumentare in volume e ampiezza e cresce il numero delle strade ammalorate chiuse al traffico e in cui, per ragioni di sicurezza, entrano in vigore nuove limitazioni alla circolazione e della velocità.
Dopo un 2016 chiuso in linea con l’anno precedente (+0,3%), nel primo quadrimestre 2017 i consumi di bitume in Italia hanno registrato un andamento negativo (-4,7%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Negli ultimi otto anni si è fatto a meno di investire 10 miliardi di euro in manutenzioni e ora ne occorrono ben 40 per ripristinare in maniera adeguata lo stato di salute delle nostre strade.
La produzione di conglomerato bituminoso per il 2017 si annuncia in linea con quella degli ultimi due anni, ovvero bloccata sui 23 milioni di tonnellate annue, ben distante dai 45 milioni toccati negli anni pre-crisi (2006) e dai 40 normalmente necessari per tenere in salute e sicure le nostre strade.
L’impegno di CNA COSTRUZIONI nei confronti del Governo è quello di proporre, già nella prossima legge di stabilità, l’individuazione di risorse finalizzate alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade, nel tentativo di risolvere anche l’incertezza relativa alla competenza sulla gestione delle strade provinciali che non è mai stata concretamente risolta.
Le due emergenze principali riguardano, infatti, le strade comunali e le provinciali (130mila chilometri dei complessivi 600mila chilometri della rete nazionale).
Queste ultime sono quelle maggiormente a “bollino rosso” per l’assenza di risorse economiche degli enti che ne sono responsabili, come conferma anche la recente minaccia lanciata dal presidente dell’Unione delle Province italiane di chiudere le strade a rischio per gli automobilisti.
In questi primi mesi dell’anno, inoltre, alla cronica mancanza di fondi delle Pubbliche amministrazioni, si sono aggiunti gli effetti prodotti dalla difficoltosa entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti che richiede spesso alla committenza uno sforzo tecnico cui non sempre è preparata e che sta contribuendo a produrre uno stallo dei lavori.