Dagli economisti agli ingegneri. Dal personale medico-sanitario agli informatici e ai formatori. I laureati servono alle imprese marchigiane ma non sempre si trovano. Solo per il mese di febbraio sono disponibili 1.020 posti di lavoro. Ma il 48,3 per cento, secondo le elaborazioni del Centro Studi CNA Marche, su dati Excelsior Unioncamere, è difficile da reperire. I motivi? Nel 33 per cento dei casi mancano i candidati con la laurea richiesta dall’azienda mentre nel 12,3 per cento dei casi, i candidati ci sono ma la preparazione è inadeguata. L’asticella posta dalle imprese per assumere laureati è alta. Infatti non solo chiedono determinati titoli di studio ma nel 57,8 per cento si chiede ai neoassunti una esperienza nella professione e nel 27 per cento ci si limita a chiedere una esperienza nel settore. Solo al 15,2 per cento dei laureati non si chiede alcuna precedente sperienza lavorativa. Nel 2022 la situazione non è stata diversa. Su una richiesta di 13.780 lavoratori con titolo di studio universitario, solo il 51,7 rispondeva alle esigenze delle imprese ed è poi stato assunto. In ogni caso i laureati marchigiani non restano disoccupati a lungo. Entro tre anni dalla laurea il 68,9 per cento trova comunque un’occupazione, ma non sempre è coerente con il titolo conseguito.
“Anche tra laureati – affermano il presidente di CNA Marche, Paolo Silenzi, e il segretario territoriale, Moreno Bordoni – il mancato incontro tra domanda e offerta rappresenta una strozzatura del mercato del lavoro marchigiano. Servono strumenti per aiutare gli studenti a conoscere e orientarsi meglio in modo da scegliere il percorso di studi più adeguato alle proprie attitudini ma anche alle esigenze delle imprese, in stretta collaborazione tra università e parti sociali”.
Le lauree più richieste dalle imprese marchigiane
A conferma del prevalente carattere manifatturiero del sistema produttivo marchigiano, le lauree più richieste dalle imprese della regione sono quelle di indirizzo economico (26,9 per cento) seguite da quelle sanitarie e paramediche (13,4) e da quelle in insegnamento e formazione (10,7). Seguono l’ingegneria industriale (8,9), l’ingegneria civile e architettura (7,0), la chimica e farmaceutica (7,0).
I laureati introvabili
L’elaborazione del Centro Studi della CNA regionale su dati Excelsior Unioncamere rileva che i dipendenti più difficili da reperire sono quelli laureati in indirizzo sanitario e paramedico: due su tre mancano all’appello. Introvabile anche il 60 per cento dei laureati in ingegneria elettronica e in scienze matematiche, fisiche e informatiche.
“Si tratta – commentano Silenzi e Bordoni – di dati utilissimi per le famiglie e i ragazzi marchigiani che a giugno saranno alle prese con l’esame di maturità e con la conseguente scelta dell’indirizzo universitario. Particolarmente ricercati dalle imprese i profili scientifico tecnologici. Al mancato orientamento va anche sommata la scarsa preparazione alle superiori che scoraggia il proseguo universitario in campo scientifico. Inoltre la programmazione dell’offerta formativa universitaria è lasciata all’autonomia dei singoli atenei e può accadere che vengano attivati corsi di laurea in funzione non delle esigenze di imprese e studenti ma delle carriere dei docenti. Vanno invece incentivati i percorsi di studio di cui c’è carenza”.
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