“C’è la consapevolezza che senza una forte riduzione dei divari territoriali, senza dare la possibilità di vivere, intraprendere e lavorare nelle aree dell’entroterra, in particolare quelle colpite dai terremoti, non costruiamo una comunità regionale più giusta e una ripresa economica duratura. Tutto ciò richiede investimenti. La ricostruzione, leggera e pesante, privata e pubblica, rafforzata dagli incentivi del sisma bonus e dell’ecobonus, è già di per sé un grande investimento che aiuta anche il rilancio del Paese, ma occorrono interventi per promuovere lo sviluppo territoriale, per sostenere le Pmi e creare lavoro, se vogliamo che queste aree, colpite prima dal sisma e poi dal Covid, si riprendano e si modifichi il segno di una traiettoria fatta di declino, spopolamento e saldo demografico sensibilmente negativo.” È quanto affermano il presidente CNA Marche Gino Sabatini e il segretario Otello Gregorini, introducendo tutte le misure di finanziamento per le imprese nell’area del cratere sismico.
Infatti, tutta l’area, che conta 138 Comuni, 2000 borghi e frazioni, 600.000 cittadini, 10 province e 4 regioni coinvolte, ha bisogno di urgenti politiche di sviluppo sostenibile. Per questo motivo CNA ha costituito un gruppo di lavoro su queste tematiche che è impegnato su diversi terreni: dall’analisi della realtà e dei cambiamenti delle imprese al monitoraggio della normativa e delle opportunità fino all’animazione territoriale e allo sviluppo di progetti. Nelle aree del sisma il passaggio dalla fase delle chiusure e dei restringimenti a quella delle riaperture e della ripresa necessita di ancora maggiore cura e attenzione.
Sullo sfondo ci sono delle grandi occasioni. Prima tra tutte, le ingenti risorse del Recovery Fund, che per quanto riguarda le Aree dei terremoti sono state dirottate sul Fondo complementare per gli investimenti; al Contratto Istituzionale di Sviluppo con 160 milioni di investimenti; alla programmazione dei Fondi strutturali 2021-2027; alla possibilità di attivare una Zona Economica Speciale, su cui si è pronunciato recentemente anche il Consiglio regionale.
Alcune misure sono già attive e vanno colte prontamente. Dal prossimo 20 maggio fino al 16 giugno 2021 sarà possibile da parte di imprese, titolari di reddito da lavoro autonomo e professionisti con sede nella Zona Franca Urbana del cratere sismico presentare le domande per richiedere le agevolazioni, sotto forma di esenzioni fiscali e contributive, per le quali sono stanziate risorse fino a 90,2 milioni di euro.
A partire dalle ore 10 del 14 giugno sarà possibile presentare le domande per accedere alla misura “Rilancio Pmi Cratere Sismico” sulla piattaforma Invitalia. Si tratta di finanziamenti a tasso zero per investimenti di micro, piccole e medie imprese già costituite e attive nei comuni del cratere al momento in cui si sono verificati i terremoti e le cui sedi siano state dichiarate inagibili a causa del sisma. I finanziamenti, rimborsabili in dieci anni con un periodo di 3 anni di preammortamento, saranno a copertura del 100% degli investimenti fino ad un massimo di 30mila euro.
Si potrà presto accedere all’Avviso regionale per contributi a sostegno del costo del lavoro e della continuità aziendale rivolto alle imprese dei settori particolarmente colpiti dall’emergenza Covid. Si tratta di un corposo intervento con risorse del Fondo Sociale Europeo per 15 milioni di euro rivolto alle Pmi e ai codici Ateco 2007 dei 160 Comuni che fanno parte delle Aree di crisi complessa e del cratere sismico delle Marche. Un sostegno all’occupazione nelle imprese che hanno attivato per almeno tre mesi la Cig Covid, ordinaria o in deroga, e che non hanno interrotto l’attività per almeno sei mesi, anche non continuativi. Il sostegno per ogni singolo lavoratore è di 7.500 euro, fino ad un massimo di 50.000 ad impresa. La durata dell’intervento è di tre mesi dalla presentazione della domanda.
Infine, CNA Marche chiede che venga ripristinato il credito d’imposta per le imprese, per investimenti in macchinari, impianti e attrezzature, non rinnovato in occasione dell’ultima Legge di Bilancio. Il momento difficile della doppia emergenza non ha consentito alle imprese di avvalersi adeguatamente di questa opportunità, che invece può essere utile ora che si prefigura la ripartenza delle attività.