Nel 2015 aumentano fiducia dei consumatori, consumi e mutui ma i marchigiani negli anni della crisi si sono impoveriti e dovrà passare del tempo prima di tornare ai livelli di reddito di sei anni fa. Lo afferma il Centro Studi CNA Marche che ha analizzato i dati del ministero delle Finanze sulle dichiarazioni dei redditi tra il 2009 e il 2014.
“Quello che emerge” sostengono il presidente CNA Marche Gino Sabatini ed il segretario Otello Gregorini “è un quadro di generale diminuzione dei redditi dei contribuenti nelle province marchigiane. Ovviamente dagli importi indicati nei 730, nei Cud e nei modelli Unico non emerge quanto celato al fisco ma viene fornita comunque una fotografia degli effetti della crisi sui portafogli dei marchigiani. Un altro aspetto interessante è l’aumento dei contribuenti marchigiani che nel 2014 hanno dichiarato redditi superiori ai 75 mila euro. Insomma, non tutti i marchigiani sono impoveriti. C’è anche chi ha aumentato il proprio reddito, rispetto al 2009 mentre dall’altra parte sono aumentati i marchigiani senza alcun reddito”.
Tra le province italiane a calare di più è stato il reddito dei contribuenti di Olbia Tempio (-6,67) e di Prato (-6,07 per cento) mentre solo a Belluno (+1,21), Bolzano (+1,45) e L’Aquila (+1,76) si è avuto un incremento del reddito tra il 2009 e il 2014. Ma per l’Aquila va tenuto conto che il 2009 è stato l’anno del terremoto.
Le province marchigiane, secondo l’analisi del Centro Studi CNA, si collocano nella parte bassa della graduatoria perché pagano le difficoltà delle piccole e medie imprese che hanno subito il calo dei consumi (-6,7 per cento negli ultimi sei anni) e non hanno avuto accesso ai mercati esteri. Sul calo dei redditi hanno quindi pesato moltissimo le ore di dì cassa integrazione, la mobilità e i licenziamenti.
“Per invertire la tendenza e tornare a far crescere il reddito dei marchigiani” dichiarano Sabatini e Gregorini “esiste una sola strada: quella di ridurre le tasse sulle imprese e sul lavoro e rilanciare gli investimenti e l’occupazione nelle piccole e medie imprese.”
Analizzando i dati delle denunce dei redditi tra il 2009 e il 2014 nelle province marchigiane, si vede come ad impoverirsi di più negli anni della crisi siano stati gli anconetani, che però sono anche quelli con il reddito medio più alto. Sono passati da un reddito medio di 20.980 euro denunciato nel 2009 ad un reddito di 20.214 euro nel 2014, con la perdita di 766 euro. Ancona è anche la provincia dove sono aumentati di più i contribuenti con redditi sopra i 75 mila euro (+1,73%) e dove sono diminuiti di più i contribuenti che hanno un reddito da denunciare (-3,76% ). Dopo Ancona viene la provincia di Pesaro e Urbino, dove il reddito medio è sceso da 19.328 a 18.698 (-630). Seguono Macerata, dove il reddito medio dichiarato scende da 18.840 a 18.291 (-549), e Ascoli Piceno che vede i contribuenti passare da un reddito di 18.309 euro a 17.779 con la perdita di 530 euro. A subire di meno gli effetti della crisi sono stati i contribuenti di Fermo il cui reddito è sceso da 17.587 a 17.454 euro, con un calo di 133 euro. Ma va detto che quelli dichiarati nel fermano erano e restano i redditi più bassi delle Marche.