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Marco Beggiato

L’arboricoltore su fune. “Amo guardare il mondo dagli alberi che hanno visto la storia”

A Padova è considerato quasi un ‘supereroe’, tanto che i pompieri in un paio di casi hanno richiesto il suo aiuto e quello della sua squadra, per salvare dei gatti finiti su alberi troppi alti. Perché Marco Beggiato, 30 anni, è un tree climber, ovvero un arboricoltore su fune. Una vera e propria professione, con competenze attestate nell’uso delle funi, nell’arboricoltura e nella stabilità degli alberi. “Amo vedere il mondo dalle piante. Sono gli esseri viventi più grandi, hanno visto la storia passare e meritano rispetto – spiega –. Per questo mi batto affinché si utilizzino pratiche di intervento corrette, che permettano di agire in sicurezza conservando al meglio la pianta, in un’ottica funzionale, economica e a basso impatto ambientale”.

Marco inizia a lavorare a 14 anni nel mondo del giardinaggio e cura del verde. Nel tempo si appassiona e, approfondendo lo studio e la ricerca sugli alberi, decide di specializzarsi in arboricoltura e tree climbing “per salvaguardare e curare le piante attraverso tecniche moderne”.

“Il percorso formativo per legge (legge 81/2008) prevede un corso base e un corso di specializzazione in alberi, per un totale di 36 ore – spiega Marco – ma non si può improvvisare, servono centinaia di ore di lavoro su pianta e altri corsi di specializzazione in arboricoltura e tree climbing”.

E’ la preparazione la fase più delicata. Con fucili ad aria, fionde o lanci con contrappesi, si fissano le funi più alte, su alberi che arrivano anche a 30 metri e spesso hanno problemi di stabilita’ e danni tali da dover essere abbattuti per questioni di sicurezza. Dopo di che l’arboricoltore sale ancorato. “Una volta su si lavora scendendo – spiega Marco – si passano anche 6-7 ore in altezza”.

Ed è grazie ad interventi su alberi monumentali e tra gli esemplari più alti e belli al mondo, come la ‘magnolia del santo’, nel chiostro della basilica S. Antonio (alta 27 metri) o il cedro di Villa Giusti (alto più di 30 metri), che Beggiato e la sua squadra sono diventati famosi in città e non solo, instaurando collaborazioni con istituzioni e diverse realtà associative.

“Si tratta di un lavoro di squadra, fatto di rilevi e studi, prima di ogni intervento. Possono essere coinvolte anche 15 persone per un solo albero. A volte basta una potatura, ma molte imprese e Amministrazioni, nel timore che certi alberi possano cadere, agiscono in maniera approssimativa, provocando più danni che altro. Noi entriamo negli alberi, la mutilazione con motosega è un approccio che sconsigliamo, perché alla lunga danneggia l’albero”.

Sono circa 2000 gli arboricoltori abilitati in tutt’Italia, ma Beggiato calcola che ad operare sul campo siano circa la metà. “Per valorizzare e far riconoscere la figura dell’arboricoltore su fune è nata l’Anaf, Associazione nazionale arboricoltori su fune, di cui sono socio fondatore. Vorremmo aprire una discussione attraverso tavoli tecnici, anche grazie al supporto di CNA Professioni, su specificità quali il lavoro usurante, le tutele in caso di infortuni e la necessità di tariffe garantite, che tengano conto delle specifiche competenze della professione, a tutela nostra e di chi si avvale del nostro lavoro”.

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