La designer di industriali e calciatori. Premio ‘Donne che ce l’hanno fatta’
“Signora, suo marito in caso… può aiutarla?”. Parte da questa domanda, che tante, troppe, imprenditrici si sono sentite rivolgere alla richiesta di un mutuo in banca, la riscossa di Maria Teresa Azzola, oggi 63enne, designer e arredatrice di successo, ma anche tra le fondatrici del primo consultorio di Bergamo. “Ho sempre cercato di far sì che le donne potessero affermarsi ed essere valorizzate come gli uomini, non è ancora come vorrei – ammette – ma personalmente ho avuto tante soddisfazioni”. Come il Premio ‘Donne che ce l’hanno fatta’, appena conferitole proprio per i successi professionali e quell’impegno più fattivo che ideologico nel creare un coordinamento tra le imprenditrici.
Oggi è la presidente della CNA di Bergamo al suo secondo mandato, il vicepresidente vicario di CNA Lombardia ed è nel Cda di Bergamo Sviluppo, l’azienda speciale della Camera di Commercio con delega all’innovazione, ma è anche nonna e mamma adottiva. “Sono riuscita a conciliare impresa e famiglia – racconta – anche se non è stato sempre facile”.
A 18 anni si sposa con un architetto e inizia a lavorare con lui. “Mi sono tanto appassionata al design che ho lasciato l’università di Lingue – racconta – per iscrivermi al nascente Istituto Europeo di Design (IED). Erano gli anni della Milano d’oro, era elettrizzante, studiavamo e facevamo pratica negli studi dei più grandi maestri di design. Andavamo direttamente nelle fabbriche a collaudare i nostri prodotti, imparavamo sul campo, realizzai il mio primo lavoro con Artemide. Grandissime opportunità, pura avanguardia”.
“Poi nel ’79 decisi di mettermi in proprio – continua Azzola – mi ero appena separata e in banca mi fecero quella famosa domanda. Ma sempre nel ’79 mi ero iscritta alla CNA, sono stata tra i primi associati, e se non fosse stato per quello non sarei mai riuscita ad aprire il mio studio, perché ottenni il mutuo proprio grazie al Consorziofidi”.
Oggi Maria Teresa progetta interni, arredi su misura, ma anche esterni e ogni dettaglio di case prestigiose. Industriali, professionisti, calciatori, “ma mi piace anche lavorare per i giovani – dice – coniugare l’estetica con la funzionalità e sono bravissima a far sembrare grande un piccolo ambiente”.
Parallelamente ha coltivato la passione per il sociale, con un occhio sempre attento alla formazione e alla crescita delle donne: dal consultorio alla conciliazione, tutti strumenti perché le donne potessero realizzarsi come gli uomini. “Le banche pensano sempre alla garanzia, non guardano all’idea, la progettualità, per questo le associazioni come la nostra hanno un ruolo davvero fondamentale, che ti può cambiare la vita”.