Il visionario creatore della stampante 3D più grande al mondo
Tre anni per realizzare un sogno: la Big Delta. La stampante 3D più grande del mondo, con l’obiettivo di dare a tutti una casa con poche centinaia di dollari. Ma anche di ricostruire edifici distrutti, come dopo il terremoto in Nepal, o potenzialmente monumenti di cui si crede persa per sempre traccia, come quelli distrutti dall’Isis.“Insieme al mio staff non ho mai mollato, anche di fronte ai momenti di crisi, e questa forte determinazione ci ha portato a realizzare il nostro sogno e veder riconosciuto anche all’esterno il sacrificio di questi anni”. Parla al plurale Massimo Moretti, visionario titolare, con un’esperienza decennale nel mondo dell’elettronica e meccanica, del CSP (Centro Sviluppo Progetti) e soprattutto di WASP, un progetto incentrato sullo sviluppo della stampa 3D, che ha portato alla realizzazione della Big Delta.
L’idea di WASP (World’s Advanced Saving Project), è nata appena tre anni fa per rispondere al tema della casa a costo che tende a zero. Occorreva sviluppare una stampante 3D gigantesca, in grado di costruire le abitazioni utilizzando materiali presenti sul posto. In sostanza un sistema robotizzato a basso consumo di energia, facile da trasportare e installare ed economico. Nel corso del tempo, il progetto si è trasformato in qualcosa di sempre più grande e ambizioso.
“A monte di tutta la nostra attività – sottolinea Moretti – c’è la passione per prodotti e processi nuovi, il desiderio di pensare a idee innovative, realizzarne la pre-produzione e provare a proporla al mercato”.
In questi anni WASP si è sempre autofinanziata, vendendo riproduzioni in scala della stampante gigante e reinvestendo tutto nella ricerca. E’ diventata un punto di riferimento per la stampa 3D in Italia ed è molto conosciuta anche all’estero dove ha ottenuto anche importanti riconoscimenti. Tutti i mass media del settore, ma anche giornali, radio e televisioni di tutto il mondo, si sono occupati di WASP e continuano a seguirla con grande e crescente interesse.
La crescita dell’azienda è stata vertiginosa. Attualmente i dipendenti di quella che è nata come piccola bottega artigianale sono 15 a tempo pieno, mentre sono una decina i collaboratori esterni. Inoltre WASP collabora con università e centri di ricerca. Il fatturato raddoppia ogni anno e nel 2015 toccherà i due milioni di euro (due anni fa era di 300mila euro). L’obiettivo è quello di elevarlo a potenza, diventando in breve uno dei primi produttori mondiali di stampanti 3D per l’edilizia.
Contemporaneamente WASP porta avanti altri progetti, tra cui lo sviluppo di macchine più piccole per stampare porcellana e polvere metallica, oltre ai polimeri plastici. Ma il campo di applicazione della stampa 3D è vastissimo.
L’idea alla base del sogno-progetto di WASP è quella di dare una conoscenza di base e gli strumenti necessari a costruire una società indipendente, almeno in buona parte. Unire una visione onirica di un mondo ideale a una realtà resa possibile grazie alle tecnologie. E fare scoccare una scintilla di speranza e ottimismo, rendendo reale quella che a molti può apparire come un’utopia.