“La replica del presidente dell’associazione culturale ricreativa Progetto Musica di Poviglio Egidio Santamaria alla nostra richiesta di annullare il mercatino non autorizzato di domenica 2 ottobre al Campovolo, ci è sembrata un clamoroso autogol. Nemmeno noi ci aspettavamo tante ammissioni di colpa”. E’ il commento di Dino Spallanzani, presidente provinciale CNA Commercio, sulla battaglia di CNA sulla regolamentazione dei mercatini del riuso.
“Senza voler scendere troppo nel dettaglio – afferma il presidente Spallanzani – l’associazione culturale nella sua risposta porta alla luce delle criticità che CNA sta denunciando da tempo: in primis, che non serva un’autorizzazione per svolgere il mercatino in un’area privata. Ci sono dei regolamenti da rispettare anche sul suolo privato, altrimenti ogni cittadino potrebbe aprire un’attività commerciale nel proprio giardino di casa e il mercatino di domenica al Campovolo non rientrava nel calendario degli appuntamenti autorizzati dal Comune di Reggio Emilia, a differenza di quello che si è svolto in contemporanea al Foro Boario”.
“In secondo luogo – continua Dino Spallanzani – non crediamo spetti all’associazione Progetto Musica prendersi carico delle politiche sociali per il ricollocamento di pensionati o disoccupati, e se è vero che gli espositori guadagnano al massimo 20-30 euro, ci chiediamo: quanto guadagnano gli organizzatori del mercatino? Siamo certi che il ricavato è interamente devoluto ai più bisognosi e in opere sociali! Come abbiamo riportato nel nostro dossier, inviato a tutte le amministrazioni comunali e alla Regione, sulla maggior parte dei volantini di promozione è specificato il costo delle piazzole e i numeri da contattare per la prenotazione, che in molti casi sono i medesimi. Nelle tasche di chi vanno quei soldi?”.
Il presidente di CNA Commercio ci tiene a ribadire, inoltre, che non si tratta di una crociata contro i mercatini del riuso, non si sta parlando dell’articolo usato venduto da bambini e famiglie o di manifestazioni come Remida, promosse da associazioni qualificate. L’obiettivo è smascherare i finti hobbisti, che di fatto nascondono attività di vera e propria produzione e commercio evadendo in questo modo tasse e contributi a cui, invece, sono assoggettate le attività regolari.
“Per questo motivo – conclude Spallanzani – il nostro interlocutore principale restano le amministrazioni comunali, a cui chiediamo rigore nel concedere aree per lo svolgimento dei “mercatini” e rigore nei controlli delle attività. Quanto si è verificato ieri con la presenza in città di due mercatini, rende necessario una loro riprogrammazione qualitativa e quantitativa per evitare il dilagare incontrollato di questo fenomeno in tutta la provincia. Le imprese vere non possono continuare ad assistere inermi alla concorrenza sleale di centinaia di veri o presunti “riusisti”.